Nel settembre del 2004 Aurelio de Laurentiis diventava presidente della Napoli Soccer, società nata dalle ceneri del fallimento della Società Sportiva Calcio Napoli (titolo sportivo poi riacquistato dal presidente due anni dopo) ed iscritta al campionato di serie C1.
De Laurentiis: dalla C1 allo scudetto
Dai primi allenamenti svolti a Paestum in condizioni precarie (“Non c’erano neanche più i palloni e le magliette, ho dovuto rifondare tutto”, ama spesso ricordare ADL) ad oggi il Napoli ha compiuto un cammino importante, arrivando ad essere uno dei primissimi club nazionali e acquisendo prestigio e popolarità anche a livello internazionale.
I risultati sportivi hanno trovato il loro culmine nello Scudetto vinto alla fine della trionfale stagione 2022/2023 (dopo il titolo purtroppo solo virtuale del 2018), ma sono oramai circa quindici anni che la società lotta sempre ai vertici della serie A e fa vivere ai suoi tifosi prestigiose serate di calcio europeo.
20 anni di bilanci sostenibili
E se dal punto di vista sportivo, dei risultati tecnici, si può ormai considerare il Napoli una squadra di alto livello, un giudizio ancor più positivo può essere dato riguardo alla solidità economico/finanziaria del club.
E’ noto che il presidente de Laurentiis ha sempre messo al primo posto la sostenibilità dei bilanci della società (attirandosi per questo fino a pochissimi anni fa le critiche di una parte della tifoseria), con la convinzione che la base da costruire per ottenere risultati sportivi costanti nel tempo fosse proprio la solidità economico/finanziaria del club.
Elaborazione di Calcio e Finanza su dati della SSC Napoli
Questo modus operandi risulta evidente se esaminiamo l’andamento dei bilanci del Napoli dell’era De Laurentiis: in 20 anni la società ha ottenuto complessivamente ricavi per 3,5 miliardi di euro (di cui quasi 700 milioni dalle plusvalenze) con un utile complessivo di 141 milioni e un fatturato che negli ultimi due anni ha superato i 300 milioni, con il record degli oltre 359 milioni raggiunti nel 2023.
In particolare, il Napoli di De Laurentiis su venti bilanci ne ha chiusi otto in rosso e dodici con un utile. La maggiore perdita è quella del bilancio 2021 (il post-covid), con un rosso di 58 milioni, mentre il miglior risultato netto positivo è quello del 2023, anno dello Scudetto, in cui il club ha fatto registrare l’utile record della sua storia e di tutta la storia della Serie A: 79,7 milioni di euro.
La solidità del Napoli è tanto più lodevole se si considera che la maggior parte dei “competitors” del club partenopeo (basti pensare alla Juventus, alle milanesi e alla Roma) presentano oramai da anni bilanci caratterizzati da enormi perdite (anche se Inter e Milan hanno intrapreso da qualche anno un percorso di “recupero”) ed elevatissime esposizioni debitorie. Bilanci che probabilmente in qualsiasi altro settore di attività avrebbero portato al ridimensionamento o addirittura al fallimento delle società.
Una società a conduzione familiare
In un calcio italiano sempre più caratterizzato dalla presenza di proprietà straniere e di grandi gruppi industriali, Il Napoli rappresenta poi un caso abbastanza raro di società a “gestione familiare”.
Aurelio e Luigi De Laurentiis
Anche se ADL per capacità, esperienza e “carattere” è il vero conduttore del club sulla via dei bilanci sostenibili, la maggioranza del Consiglio di Amministrazione della società appartiene alla famiglia De Laurentiis: fino al 2014 ne facevano parte, oltre al presidente e ad Andrea Chiavelli, suo braccio destro e A.D. del club, i figli Edoardo e Valentina e la moglie Jacqueline; dal 2015 è entrato nelle attività sportive della famiglia anche Luigi, il terzo figlio, che precedentemente si occupava soprattutto della FilmAuro, la società di produzione e distribuzione cinematografica e di home video che detiene il controllo del Napoli e del Bari, l’altra società di proprietà dei de Laurentiis.
Un ingresso importante, che potrebbe assicurare al club continuità ancora per molti anni, nel momento (si spera ancora molto lontano) in cui Aurelio De Laurentiis dovesse decidere di passare la mano.