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L'editoriale

La stagione del Napoli, Conte e il mercato

Un posticipo che potrebbe dare al Napoli la quasi certezza della conquista di un posto nella prossima Champions. Un contratto che non è in discussione. Un mercato sotto traccia che accontenterà il tecnico

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La giornata di campionato si chiuderà stasera ma a Napoli purtroppo è da tempo che si fanno discorsi poco costruttivi nei confronti di una squadra che sta andando settimana per settimana oltre i propri limiti.

Che certe insinuazioni arrivino da Milano, da Torino, un po’ anche da Roma può essere comprensibile ma che nella città che segue con il solito affetto e sostegno la sua squadra non è giustificabile.

Stamattina su la Repubblica, siamo al 14 aprile, si legge un titolo che non è condivisibile “Deve giocare anche la società in ritardo l’operazione futuro”: ci si limita al titolo per voler parlare di cosa c’è scritto nell’editoriale firmato da Antonio Corbo.

È ragionevole prendere la posizione evidenziata nel servizio alla immeditata vigilia di una partita che se il Napoli non dovesse vincere potrebbe definire la stagione in corso?

Sono sicure le considerazioni su come la società si starebbe muovendo sul futuro mercato e sulla posizione del tecnico?

Si tratta in linea di principio di pensieri e parole assolutamente in libertà.

Il contratto di Conte con il Napoli non è in discussione

Partiamo dalla posizione del tecnico.

Il contratto di Antonio Conte da parte della società è certamente abbastanza blindato. Il presidente Aurelio De Laurentiis di sicuro avrà protetto il suo investimento.

Conte è stato scelto non solo per riportare il Napoli nell’Europa che conta ma soprattutto per ricostruire una squadra distrutta da un anno con tre allenatori che hanno capito poco o niente delle risorse che avevano a disposizione, dell’ambiente che circonda la squadra e della situazione generata dalla vittoria di uno storico scudetto.

Sul tecnico la società ha già pesantemente investito se si considerano gli acquisti dell’estate scorsa ed il mancato introito dalla cessione del primo transfuga: Osimhen.

Il nigeriano come il georgiano, oggi al PSG, voleva la luna.

Certo si può dire che qualche responsabilità la società ce l’ha. Si sa che sia i giocatori che i procuratori sono delle iene e battono cassa ad ogni piè sospinto.

In ogni caso la trappola messa in atto dai media su Antonio Conte non dovrebbe essere raccolta da chi vive, lavora, segue questa città e la sua squadra.

Adesso dedichiamoci al futuro mercato anche se è un esercizio inutile e di pura fantasia.

Qualcuno tra i più esperti giornalisti di mercato aveva individuato i giocatori che Giovanni Manna è riuscito a portare in estate a Napoli?

Nessuno.

Il Napoli su evidente suggerimento del nuovo tecnico si è occupato subito di puntellare la difesa con l’ingaggio di Buongiorno, che purtroppo stasera non scenderà in campo per un nuovo infortunio. La scelta ha avuto un risultato immediato se oggi la difesa è la migliore del campionato a fronte di una retroguardia che nella scorsa stagione appariva come un colabrodo.

Alessandro Buongiorno e la sua fisicità per la difesa del Napoli

Poi pur in assenza della cessione di Victor Osimhen sono stati fatti investimenti importanti per rinforzare il centrocampo e sostituire il nigeriano con l’ingaggio di giocatori di cui nessuno aveva parlato, a parte Lukaku che si sapeva legato a Conte, per migliorare la qualità del centrocampo e provare a costruire un sistema di gioco che non è decollato per la mancanza di esterni di qualità da panchina e per i guai fisici di Spinazzola e Neres.

Detto questo e senza voler fare il difensore d’ufficio sembra incredibile che oggi qualcuno metta in dubbio la capacità di chi sta operando sul mercato.

La critica probabilmente è legata alla mancata sostituzione di Kvratskhelia a gennaio.

Su questo si è molto parlato.

Le parole di Conte sul georgiano, per che cerca di leggere tra le righe, hanno esplicitamente detto che il giocatore e di conseguenza il suo procuratore hanno prima garantito che sarebbero rimasti per l’intera annata per poi decidere d’improvviso di andare via per questioni meramente economiche.

Certo sarebbe folle non riconoscere che la squadra con Kvara avrebbe avuto qualche chanches in più nella corsa al primato. Oggi lo fanno sempre, forse anche un po’ gongolando, quegli opinionisti seduti abitualmente nei salotti televisivi che inizialmente non accreditavano la squadra di Conte neanche per un posto nella prossima Champions.

La società avrebbe voluto fare un investimento importante a gennaio per mettere a disposizione del tecnico un giocatore di qualità ma non è stato possibile.

Tra l’altro tutti i nomi che sono circolati da radio mercato, che venivano indicati sempre dai soliti opinionisti come la panacea alla cessione di Kvara, non è che stiano facendo un campionato, laddove giocano, davvero ricordevole.

Il Napoli per questi giocatori si è visto chiedere cifre astronomiche ed ha fatto bene a non cedere. Questa politica dovrebbe diffondersi sempre di più mentre invece ci sono società che vanno a caccia di parametri zero a cui dare ingaggi faraonici e fuori luogo. Certo un giocatore pronto e di qualità avrebbe dato a Conte una possibilità maggiore di giocarsela sino alla fine.

Va detto però che il lavoro sotto traccia di Manna e company è partito da tempo e che probabilmente con le indicazioni di Antonio Conte sono stati individuati quei profili che garantirebbero al Napoli una crescita nel valore qualitativo della rosa e la possibilità di giocare in Europa senza rimediare brutte figure.

Ecco quest’osservazione ci porta in conclusione a dire un’ultima cosa.

Stasera il Napoli deve cercare di far sua la partita per chiudere quasi definitivamente il discorso Champions. I pareggi di Lazio, Roma, Fiorentina e la sconfitta del Bologna darebbero al Napoli un vantaggio rispetto agli altri competitor, a sei giornate dalla fine, abbastanza sostanzioso per ritenere acquisito il risultato massimo che la società aveva chiesto al tecnico.

Questo è un discorso che, ci viene da dire, ha una sua ragionevolezza, il resto, le fantasie, le osservazioni estemporanee di chi pensa di voler anticipare il risultato del campo, venendo quasi sempre smentito, non servano a nulla.

Le trasmissioni sportive, sia televisive che radiofoniche, per intenderci quelle della Rai, di Mediaset, di Sky, di Dazn etc orientano e creano false aspettative perché troppo spesso sono condotte e ospitano opinionisti tendenziosi, tifosi e soprattutto poco coerenti e quindi con nessuna credibilità.