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Antonio Vojak e il suo record di 103 gol

Sei stagioni al Napoli per l’istriano Vojak, nato a Pola il 19 novembre del 1904, che giocava con un baschetto a protezione dopo un brutto intervento subito da un difensore. Il regime fascista voleva si chiamasse Vogliani. Al Napoli arrivò con Garbutt quando il presidente Giorgio Ascarelli pensò di costruire una grande squadra e lasciò il segno con 103 reti messe a segno in sei stagioni

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Dici Vojak e pensi al gol o come lo si vuol chiamare: goal, rete, segnatura, marcatura, realizzazione. È vasta la possibilità di nominare l’azione che porta al raggiungimento dell’obiettivo da parte di una delle due squadre opposte nel campo da gioco.

A queste azioni sono legate le prestazioni dei giocatori che maggiormente colpiscono il famoso “immaginario collettivo”, quello che rimane impresso nella memoria della moltitudine. Ed è così che si formano i miti, in alcuni casi le leggende del calcio.

Nella storia del calcio Napoli, che si avvicina a grandi passi a raggiungere il suo centenario (mancano di fatto meno di due anni), sono tanti ed importanti i nomi che hanno fatto urlare di gioia, in alcuni casi addirittura impazzire la folla degli appassionati.

Vojak al Napoli

Antonio Vojak e il suo baschetto che indossava per proteggersi

Antonio Vojak da Pola con la licenza di segnare 

Uno di questi, come anticipato, è stato sicuramente Antonio Vojak.

La sua posizione attuale nella classifica dei goleador azzurri di tutti i tempi lo vede al settimo posto con 102 reti (ci sarebbe anche una rete segnata in una gara di Mitropa Cup che porta il totale a 103) messe a segno in sei stagioni nelle 190 gare di serie A disputate con la casacca del Napoli.

Se però si pondera il risultato con le stagioni disputate, le partite giocate e l’assenza delle tante competizioni internazionali di oggi, Vojak sarebbe il più prolifico marcatore del Napoli di sempre in campionato.

Stiamo parlando di un calciatore che ha legato la sua fama dopo gli anni passati alla Juventus proprio al Napoli. Vojak infatti arrivò al Napoli nel 1929 e vi rimase sino al 1935, era nato a Pola il 19 novembre del 1904 nel periodo di appartenenza all’Italia dell’Istria. La sua città natale dal 1991 fa parte della Croazia dopo essere stata annessa, alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1947 alla federazione Jugoslava.

Oggi quindi ricorrono i 120 anni dalla nascita di Antonio Vojak ed è anche per questo che abbiamo deciso di ricordarlo.

Per il suo modo di giocare e per la sua prolificità in zona gol, compresa una certa precisione dal dischetto del rigore, lo si potrebbe qualificare come una mezzala di punta.

Di piede destro, non si può dire fosse un virtuoso del gioco del calcio ma possedeva un enorme senso tattico che gli aveva permesso di adottare nel gioco un metodo pensato e vincente.

L’idea di Giorgio Ascarelli di creare un grande Napoli

Ascarelli con Sallustro

Il presidente Giorgio Ascarelli con Attila Sallustro

A volerlo al Napoli fu l’indimenticabile Giorgio Ascarelli che lo pagò 100.000 lire perché alla Juventus pensavano che, dopo l’infortunio al ginocchio di cui era stato vittima nella stagione 1928-29, non avrebbe più reso come ci si aspettava da lui.

L’intuizione del primo grande presidente della storia della squadra partenopea fu dettata anche dalla precisa richiesta dell’allenatore inglese William Garbutt che accettò di guidare il Napoli, dopo aver vinto tre scudetti con il Genoa, nella convinzione di poter ripetere quei risultati.

Ascarelli accontentò le richieste di Garbutt mentre stava ultimando la costruzione dello stadio che porterà il suo nome. Così all’ombra del Vesuvio oltre a Vojak arrivarono il portiere Cavanna dalla Pro Vercelli, il terzino Vincenzi dal Torino e la mezzala Mihalic dalla Fiumana.

Vojak e Mihalic avrebbero costituito con Attila Sallustro un formidabile trio d’attacco che avrebbe dovuto portare il Napoli nell’olimpo del calcio italiano dell’epoca.

Era nato di fatto uno squadrone dopo che nell’anno precedente Ascarelli era riuscito ad evitare che il Napoli partecipasse al secondo spareggio con la Lazio per l’ottava posizione nella classifica che avrebbe garantito alla squadra la partecipazione al nascente girone unico dell’anno seguente. Leandro Arpinati decise che il Napoli e la Lazio rappresentavano due città che non potevano essere escluse dalla serie A e così fu allargato il campo delle partecipanti che passò da 16 a 18 squadre.

William Garbutt

L’allenatore inglese William Garbutt voluto al Napoli da Ascarelli

Garbutt portò la squadra al 5° posto finale in classifica con Vojak che mise a segno ben 20 reti e fu il capo cannoniere della squadra.

Nelle sei stagioni con la maglia azzurra in ben quattro occasioni l’istriano raggiunse e superò le 20 reti, arrivando nella stagione 1932-33 a segnarne 22 in 34 partite.

Dopo il primo anno la prematura scomparsa del presidente Giorgio Ascarelli, avvenuta prima della fine della stagione, incise sul rendimento della squadra che con Garbutt alla guida e Vojak in campo arrivò ai migliori risultati nelle stagioni 1932-33 e 1933-34 con due terzi posti e con il record di punti nella stagione 33-34 quando il Napoli raggiunse quota 46.

Vojak I e Vojak II

A Napoli con Antonio giocherà in prestito dalla Juve anche il fratello Oliviero scomparso prematuramente a 21 anni per un problema all’appendicite ed è questa la ragione per cui venne spesso indicato come Vojak I mentre il fratello era denominato Vojak II.

Oliviero Vojak

Il fratello Olivero, Vojak II, prematuramente scomparso

Un paio le curiosità che ricorrono nella storia di Vojak. La prima si riferisce alla consuetudine, voluta dal regime al governo che pretendeva che i nomi ritenuti stranieri venissero italianizzati ed è per questo che molti lo chiamavano Vogliani, cognome che il giocatore non accettò mai. La seconda è rappresentata dal baschetto o anche una retina con il quale Antonio Vojak giocava quasi sempre per mantenere una benda messa a protezione di un colpo proibito subito da un difensore.

Nella città del sole nasceranno i tre figli: Gianni, Marina e Loredana avuti dalla moglie Rita conosciuta e sposata a Torino prima di trasferirsi a Napoli.

Vojak terminata la carriera di calciatore nel 1940 lavorerà come allenatore senza ottenere particolari risultati ma dedicandosi negli ultimi anni alla formazione dei giovani calciatori.

Vojak

L’uomo, il calciatore, il goleador: Vojak resterà per sempre nella storia di Napoli e del Napoli

Oggi pochi ricordano il suo nome abbacinati dal calcio moderno dove ogni giorno si è pronti a far nascere e crescere la nomea di un giocatore che viene considerato dopo solo poche giocate ad effetto un fuoriclasse.

Il suo passaggio a Napoli ed al Napoli restano legati alla storia della città e ovviamente della società, alla posizione che ancora occupa nella classifica dei marcatori, di cui a lungo è stato il numero uno, al ricordo di chi studia e scrive del Napoli di una volta e da ultimo anche da poche fotografie, magari un po’ sbiadite ma che a guardarle riempiono gli occhi di ammirazione e riconoscenza.