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Claudio Lotito e la Lazio, 20 anni di polemiche

Claudio Lotito sin dal suo ingresso nel mondo del calcio è stato sempre al centro di discussioni e polemiche

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Napoli oggi in campo contro la Lazio di Claudio Lotito, uno dei personaggi più discussi e controversi del nostro calcio.

Poco amato dai suoi tifosi, spesso protagonista in Lega di litigi e polemiche, più volte oggetto delle attenzioni della giustizia sportiva e ordinaria e tra i bersagli preferiti di comici ed imitatori, il patron biancazzurro è però riuscito prima a salvare la Lazio dalla bancarotta e poi a riportarla ai vertici del calcio italiano.

Il giovane Claudio Lotito, da portiere a giornalista

Lotito, romano classe 1957, si diploma al liceo classico (dove evidentemente nasce la sua passione per il latino, a cui spesso ama far ricorso nei suoi discorsi) e successivamente si laurea brillantemente in pedagogia alla Sapienza di Roma.

ASD Amatrice

Lotito all’ASD Amatrice

In gioventù fa anche il calciatore, giocando nel ruolo di portiere per i dilettanti della ASD Amatrice Calcio, e più avanti diviene giornalista pubblicista, scrivendo anche per il quotidiano romano Il Tempo.

Si avvicina poi al mondo dell’imprenditoria, dove per la verità già nel 1992 ha le prime grane giudiziarie, accusato di violazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.

In questi anni Lotito si fidanza con la sua futura moglie: Cristina Mezzaroma, figlia di Gianni (componente di una delle famiglie di costruttori più importanti e potenti di Roma) e sorella di Marco (il futuro marito, fino alla recente separazione, dell’ex ministro Mara Carfagna).

Claudio Lotito imprenditore 

Il presidente biancazzurro, pur se sempre accompagnato da polemiche e accuse più o meno velate, si rivela un imprenditore molto abile, e costruisce la propria ricchezza coltivando le proprie relazioni e differenziando le proprie attività.

Il settore di attività principale è quello delle pulizie, in cui Lotito è presente con la Lazio Sud S.N.A.M. e la Linda S.r.l. (di cui detiene il 50% del capitale). L’imprenditore opera poi con la Bona Dea S.r.l. (ristorazione e mense), la Omnia Ricevimenti (catering), la Gasoltermica Laurentina S.p.a. (installazione e manutenzione di impianti elettrici) e la Union Security (vigilanza privata).

La clientela delle società di Lotito è per la maggior parte costituita da Enti della Pubblica Amministrazione: la Consip (la società in-house del MEF che gestisce le risorse pubbliche e gli acquisti del sistema pubblico), la Regione Lazio, la Provincia e il Comune di Roma, le ASL e gli ospedali.

Un altro settore in cui agisce il presidente della Lazio è quello immobiliare, il settore “di famiglia” della moglie Cristina, in cui opera con le società Immobiliare 03 e Immobiliare Appia

L’attività politica

Lotito, da sempre vicino all’area di centro destra, viene candidato al senato nelle liste di Forza Italia alle elezioni politiche del 2018, ma non risulta eletto.

Viene ricandidato sempre al Senato alle politiche del 2022 dalla coalizione di centro-destra nel collegio Molise 1, e questa volta viene eletto con il 42,92% dei voti.

Lotito al Senato

Claudio Lotito al Senato

Nella legislatura in corso è membro delle commissioni Bilancio e Finanze (in cui riesce a far passare la cosiddetta “norma salva calcio” con un emendamento alla Legge di Bilancio 2023) e di quella Tesoro, della commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, e della commissione parlamentare per le questioni regionali.

Dal marzo 2023 è coordinatore regionale di Forza Italia in Molise.

Lotito dirigente calcistico

Anche nel calcio l’attività di Lotito è sempre stata caratterizzata da polemiche e momenti a dir poco difficoltosi, con il coinvolgimento nello scandalo di “Calciopoli”, le accuse di ostacolare gli organi di vigilanza calcistici, la violazione dei regolamenti sul trasferimento dei calciatori, la sospensione da Consigliere Federale, i mancati controlli covid, le polemiche sulla doppia proprietà Lazio – Salernitana.

Ma anche nel calcio i risultati dello spregiudicato presidente-imprenditore romano sono stati positivi, con la Salernitana (riportata in dieci anni dalla Serie D alla Serie A) e soprattutto con la Lazio, che sotto la presidenza Lotito ha vinto per tre volte sia la Coppa Italia che la Supercoppa Italiana, tornando stabilmente ai vertici del calcio italiano.

Claudio Lotito diventa presidente della Lazio, società quotata in borsa, nel luglio 2004, quando per 18,3 milioni di euro acquisisce circa il 30% delle azioni del club capitolino.

Rileva una società sull’orlo del fallimento che ha una situazione finanziaria tragica, con debiti a bilancio per oltre 550 milioni derivanti dalla scellerata, anche se vincente, gestione di Sergio Cragnotti.

Lazio

Lotito per evitare il fallimento fa ricorso al cosiddetto “Decreto salva calcio” varato dal Governo Berlusconi, e riesce ad ottenere una maxi rateizzazione del debito fiscale (oltre 140 milioni) fino al 2028 dando in garanzia il centro sportivo di Formello e i futuri ricavi delle campagne abbonamenti.

Scongiurato il fallimento, l’imprenditore romano ha poi intrapreso un lungo percorso di risanamento dei debiti pregressi che negli anni, grazie anche ad una politica di gestione molto parsimoniosa, ha riportato la società biancoceleste in equilibrio economico-finanziario: l’ultimo bilancio, al 30 giugno 2024, ha chiuso con il fatturato più alto di sempre (195,5 milioni al netto delle plusvalenze), con l’utile record di 38,5 milioni di euro e con una debitoria di 223 mln (177,2 al netto del debito tributario), presentando un discreto indice di solvibilità (che indica la capacità del club di pagare i propri debiti).

Per la verità c’è da dire che il bilancio 2023/2024 è stato il primo in utile dopo cinque stagioni consecutive chiuse in perdita (complice anche la crisi post-covid), ma allo stesso tempo se si considerano tutti i bilanci dei venti anni di gestione Lotito (a partire da quello 2004/2005) si rileva che la maggior parte si sono chiusi in positivo, che il fatturato attuale rispetto agli 84 milioni del 2004 è più che raddoppiato e che i debiti si sono ridotti di circa 320 milioni rispetto a quelli iniziali.

Presidente-manager, insomma, piuttosto che presidente-mecenate, proprio come richiesto dal calcio dei nostri tempi e proprio come dichiarato dallo stesso presidente: “Quando ho preso in mano la società, la Lazio aveva 84 milioni di ricavi, ne perdeva 86,5 e aveva 550 milioni di debiti. Ho portato nella realtà sportiva mentalità e organizzazione: non sono un tifoso presidente ma un presidente tifoso”.