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Francesco Alfieri arrestato per voto di scambio

Viene arrestato per la seconda volte l’ex presidente della provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum Francesco Alfieri

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Nella giornata di ieri è stato arrestato l’ex presidente della provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum Francesco Alfieri.

Il suo arresto è stato emesso dalla sezione gip-gup del Tribunale di Salerno su richiesta della Procura della Repubblica locale – Direzione Distrettuale Antimafia ed è una conseguenza di un’inchiesta sullo scambio politico-mafioso che avveniva tra Campania ed Abruzzo.

Le indagini sono durate circa due anni, dal 2022 al 2024, ed è stato possibile ricostruire e ipotizzare un patto elettorale di stampo politico mafioso tra Francesco Alfieri e il pregiudicato Roberto Squecco. Tale accordo avrebbe supportato il politico nella raccolta di voti in occasione delle amministrative del Comune di Capaccio del 2019 e aiutato Squecco nel mantenimento del Lido Kennedy, già attinto da provvedimenti ablatori.

Più precisamente, secondo l’ordinanza cautelare, Roberto Squecco dopo “l’inevitabile parziale abbattimento eseguito dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum del Lido Kennedy, abbattimento resosi necessario a causa di un evento naturale che lo aveva reso pericoloso per la pubblica incolumità, si determinò – ritenendo violato il patto siglato nel 2019 – a veicolare al sindaco Alfieri esplicite minacce rivolte alla sua persona al fine di impedire l’abbattimento della citata struttura balneare, tramite Antonio Bernardi, appartenente alla polizia locale di Capaccio Paestum e Michele Pecora, dipendente dell’ufficio cimiteriale di Capaccio Paestum, persone vicine allo Squecco, le quali, a tal fine, avrebbero avvicinato Mariarosaria Picariello, assessore dimissionaria alle politiche sociali del citato comune. Quest’ultima avrebbe riferito, secondo quanto emerso dalle intercettazioni e dai successivi riscontri, ad Alfieri i messaggi minatori dello Squecco”. In seguito Squecco, in una serie di incontri con i baronissesi Antonio Cosentino, Domenico De Cesare e Angelo Genovese, “avrebbe commissionato un attentato dinamitardo in danno del sindaco Alfieri. L’attentato, studiato nei minimi particolari con sopralluoghi e studio delle mappe, non sarebbe stato portato a compimento per un mancato accordo con i baronissesi. A questi ultimi, sulla base delle intercettazioni, è stato contestato il possesso di esplosivi e di armi da guerra e comuni da sparo, tra le quali un Uzi ed un kalashnikov“.

Roberto Squecco è stato già condannato in via definitiva per associazione a delinquere di tipo mafioso perché ritenuto esponente dell’ala imprenditoriale del clan Marandino di Capaccio-Paestum e in questi rapporti si ritiene coinvolta anche l’ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, che all’epoca dei fatti ricopriva il ruolo di consigliere comunale di Capaccio-Paestum.

L’arresto di Alfieri avviene insieme ad altri nove e le accuse sono le seguenti: scambio elettorale politico mafioso, tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale.

Quello di ieri è già il secondo arresto per Francesco Alfieri, infatti il 3 ottobre dello scorso anno era stato arrestato, e successivamente aveva ottenuto i domiciliari, a causa di un’inchiesta su appalti truccati risalente a quando Alfieri ricopriva un ruolo centrale nella politica salernitana. Dopo il primo arresto, il Pd, con cui era stato eletto a sindaco di Capaccio e presidente della Provincia di Salerno, lo ha sospeso.

Il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, interpellato sulla questione, ha commentato: “Non so sinceramente nulla, so quello che sapete voi. Il mio auspicio è che si vada fino in fondo senza guardare in faccia a nessuno, come è doveroso, ma che ci siano i tempi di decisione rapidi, perché sono vicende che non si possono trascinare in eterno.”. Inoltre ha espresso come la rapidità della sentenza è importante “per dare tranquillità a cittadini ma anche per rispetto della dignità delle persone coinvolte, le quali, per quello che mi riguarda, sono persone innocenti fino al terzo grado di giudizio. Io non ho perduto l’abitudine di leggere ogni tanto la Costituzione Italiana. E, dunque, si vada fino in fondo in tempi rapidi ma sapendo che, fino a giudizio definitivo, stiamo parlando di persone innocenti.”.