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Il Napoli al Meazza con Sonic-Osimhen

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Che partita sarà quella del Meazza di stasera?

Quali scenari aprirà o chiuderà in vista della gara di ritorno di martedì prossimo al Maradona?

La domanda dopo lo scivolone del Napoli in casa in campionato è di estrema attualità ma soprattutto dovrebbe provocare un certo solletico a tutti quelli che pensano al calcio come ad un mero esercizio statistico.

Al netto della posizione in classifica che vede i rossoneri decisamente indietro, nonostante l’exploit di Napoli, se oggi si deve parlare di quale tra le due squadre è favorita nella corsa alla semifinale di Champions si può tranquillamente dire che il pronostico è tornato a pendere decisamente dalla parte del Milan.

Forse hanno ragione quelli che pensano come sia importante avere una bacheca piena zeppa di trofei, ha ragione Spalletti che, sin dal giorno del sorteggio, ha ammonito quelli pronti a prevedere un facile approdo degli azzurri al turno successivo.

Certo la gara che si giocherà stasera ripartirà dallo 0 a 0 e di sicuro le due squadre, soprattutto il Napoli, metteranno in campo le motivazioni necessarie ad affrontare l’undici avversario.

Diciamo che scommettere oggi in un senso o nell’altro sarebbe comunque estremamente rischioso.

La gara del Maradona di una decina di giorni orsono ha detto alcune cose importanti che lo stesso Spalletti ha sottolineato mentre dall’altra parte Pioli si è un po’ nascosto quasi volesse archiviare in fretta l’eclatante e per certi versi imprevista vittoria soprattutto nel punteggio.

Tutto è riconducibile invece ad un’analisi sincera, schietta semplice, come quella proposta in televisione dal grande Ruud Krol. Il Milan vincente in campionato a Napoli è stato superiore in quella partita, punto. Viva la semplicità, viva la razionalità e non quelle contorsioni retoriche avanzate da cronisti, analisti che dispensano massime e sparano titoli e sentenze che rendono la professione giornalistica ridicola.

A questo punto si apre una seconda parte dell’analisi: la ricerca delle possibili motivazioni.

Al netto dell’importante assenza di Osimhen, il Napoli visto al Maradona è apparso lento, impacciato, pasticcione in difesa e soprattutto in difficoltà a centrocampo. Una squadra profondamente diversa da quella vista sino ad ora come onestamente riconosciuto da capitan Di Lorenzo: “Non ha funzionato quasi niente”.

Il Milan dal suo canto copiando la Lazio ha snaturato il suo abituale gioco, ha atteso gli azzurri per tentare di colpire in contropiede e restare basso a protezione della sua area di rigore, apparsa molto affollata. La squadra di Spalletti, come lo stesso tecnico ha ammesso nel post partita, pur non essendo in serata ha voluto, invece, mantenere inalterata la sua fisionomia negli uomini mandati in campo come nel gioco.

Il risultato finale è stata una sconfitta pesante e purtroppo poco dignitosa soprattutto per tutto il pubblico presente sugli spalti. Ora c’è da chiedersi, chi beneficerà di questo primo atto della commedia prevista in tre atti all’Eduardo?

Lo inizieremo a vedere stasera.

Il Napoli più brutto della stagione ha perso con il Milan che tutti hanno indicato come il più bello. L’analisi è stata stilata dai soliti analisti, quelli che ogni domenica sera cambiano idea su questo o quello relazionandosi al risultato. Quelli che se gli domandi davvero cosa pensano forse potrebbero deluderti perché avrebbero difficoltà ad esprimere un pensiero compiuto. Quando li ascolti ti sembra di essere su una nave che sale e scende dalle onde.

In sostanza lo scivolone del Napoli è stato brutto e poco gradito. È servito a ringalluzzire taluni ed a raffreddare quelli che da un po’ di tempo, seppur per entusiasmo, straparlano.

Stasera al Meazza si riparte.

Il Napoli molto probabilmente recupererà l’uomo mascherato, il capo cannoniere, il terrore delle difese avversarie, quello che ha due piedi che sembrano quelli di Sonic, forse il gioco per consolle più conosciuto da piccoli e grandi di tutto il mondo.

Ecco proprio Sonic, il riccio blu antropomorfo, qualcuno lo ha definito nel tempo anche una specie di porcospino, che ha la capacità di muoversi a tutta velocità, rimbalzando, colpendo, infilandosi nei labirinti, raccogliendo gli anelli d’oro, conquistando vite, pronto ad affrontare ogni tre livelli un baffone corazzato che cerca di spazzarlo via con un’enorme palla di ferro. Victor Osimhen ha gli stessi piedi di quel personaggio. La sua scarpetta (non somiglia affatto a quella di Cenerentola) sbuca dappertutto, la sua velocità gli consente di recuperare due metri all’avversario, la sua elevazione lo avvicina al cielo, raggiungendo l’Olimpo greco dove albergavano gli dei.

Il nigeriano oggi permette alla squadra di Spalletti di proporre delle varianti di gioco in corso d’opera, di mischiare le carte, di cambiare l’impossibile nel possibile.

E poi è sempre il primo ad incitare tutta la squadra. È attaccato alla partita come una cozza al suo scoglio, organizza la pressione alta sui difensori avversari aiutando il centrocampo nel recupero palla.

Questo non significa che l’ultimo Milan ha battuto il Napoli perché Osimhen era assente e Simeone abbia fatto male, ma di sicuro ci autorizza a pensare che con lui in campo la partita sarà un po’ diversa e Giovanni Simeone tornerà ad essere “l’uomo in più” da tenere a disposizione nel momento più utile alle sorti della gara.

Chi sarà a San Siro e chi resterà a Napoli già adesso prima della partita di una cosa può essere certo: sarà una partita diversa dove la psicologia, il risultato precedente, il blasone, il pubblico, lo stesso arbitro conteranno ma sino ad un certo punto. D’altronde se Fabio Capello, uno degli allenatori italiani più vincenti, ha sempre affermato che il tecnico ha un peso che non supera il 20% nei successi di una squadra non sapremmo come giustificare quelli che si affidano a concetti eterei, addirittura effimeri, per decretare tra due formazioni che si affrontano le famose percentuali che fanno di una delle due la favorita.

Adesso è il momento di scendere in campo per giocarsi la qualificazione senza pensare ad una rivincita, facendo quadrato e riproponendo la determinazione vista per esempio contro il Liverpool in casa e contro l’Eintract a Francoforte.