Disfatta, disastro, cronaca di una sconfitta annunziata ed altro per il Napoli mandato in campo da Antonio Conte.
In sintesi questa la valutazione fatta dalla maggior parte dei media riguardo la serata del Napoli in Coppa Italia.
La sconfitta fa male e non viene assorbita con serenità dall’ambiente attorno alla squadra mentre Antonio Conte, intervistato dopo la partita, dice due parole sulle sue scelte ma molto significative.
Antonio Conte era consapevole dei rischi che correva
Sapeva il tecnico che sarebbe potuta andare così e lo ammette serenamente a chi quasi gli rivolge il dito come a volerlo bacchettare per una scelta troppo radicale.
Poi aggiunge che era necessario capire, sapere cosa può offrire la rosa allargata della sua squadra.
Si discuterà, anzi si sta già discutendo, sull’integralismo delle sue scelte e se forse non era meglio che i cambi fossero ridotti, ma di fatto non è così.
L’undici di partenza messo in campo, al netto di qualche forzatura, aveva la sua logica.
Poi la prova del campo ha mostrato per intere tutte le lacune di una serie di calciatori che obiettivamente non potranno mai più giocare insieme.
Inoltre sono venuti meno alcuni giocatori che per il loro valore intrinseco, al di là del ruolo in cui sono stati schierati, avrebbero potuto e dovuto fare meglio.
Veniamo al pratico.

All’Olimpico una prova non all’altezza per Giacomo Raspadori
La rosa del Napoli richiede attenzione e ritocchi importanti
Senza volerlo colpevolizzare oltre il dovuto, Raspadori che da tempo lamenta lo scarso utilizzo in campionato ieri sera ha mostrato limiti che non gli si riconoscevano.
Errori nel palleggio, errori nel posizionamento, distribuzione iniqua delle forze in campo: insomma una prestazione che non si addice ad un giocatore del suo talento.
Non è la posizione che ti fa sbagliare il palleggio o lasciare libero in area un giocatore avendolo visto prima che la palla arrivasse o che ti fa consegnare una palla comoda agli avversari per un contropiede risolutivo o che ti porta a lasciare spazio per un cross comodo ad uno come Zaccagni.
Certo ci possono essere delle attenuanti, qualche giustificazione.
Voleva mettersi in luce, è entrato in campo per fare una prestazione che convincesse Antonio Conte ad utilizzarlo di più.
Chi scrive è un estimatore di Giacomo Raspadori, un ragazzo con grandi qualità sia come giocatore che come persona, ma la sua prestazione è davvero sotto tono e difficilmente inquadrabile.
Ha sbagliato tutto quello che umanamente si poteva sbagliare.
Con lui sono naufragati altri giocatori: Juan Jesus, Zerbin, Ngonge, Rafa Marin e per un certo verso lo stesso Caprile, capace di parare il rigore di Zaccagni mostrando però lacune, indecisioni e pericolose scelte per un ruolo così delicato, e c’è chi critica tutte le settimane Meret!

All’Olimpico ancora in gol contro la Lazio, potrebbe ripetersi in campionato?
In fondo chi si è salvato per così dire dal naufragio? Spinazzola, Folorunsho, Simeone, in parte Gilmour e soprattutto Neres: come a dire quelli che l’allenatore tiene già in considerazione per i cambi durante le partite di campionato.
Qualcuno ha fatto caso che in alcune occasioni Conte non ha utilizzato le 5 sostituzioni ed in altre lo ha fatto solo proprio nei minuti finali o di recupero?
La gara di ieri sera ha confermato quanto siano normalmente giuste e ponderate le idee del tecnico.
Certo perdere dispiace. Uscire da una competizione, pur se si tratta della Coppa Italia, non è piacevole, diciamo che non è una boccata d’ossigeno.

Pur giocando in un ruolo non suo Neres ha mostrato le sue qualità
Però se la gara di Coppa Italia consentirà alla società di fare alcune scelte nel prossimo futuro che mettano a disposizione dell’allenatore giocatori più funzionali alla sua idea di gioco allora la si può accettare la sconfitta con un po’ di serenità guardando avanti.
A proposito la considerazione che questi giocatori giocavano insieme per la prima volta è una fandonia, visto che in allenamento sono quelli che si oppongono alla squadra che andrà in campo in campionato.
A questo punto c’è da chiedersi Il tecnico sarà costretto nelle varie interviste a ricordare ancora perché e per come è seduto sulla panchina del Napoli?
In sintesi Antonio Conte è venuto al Napoli per ricostruire una squadra credibile, equilibrata con alternative valide soprattutto nei ruoli più importanti se non in tutti.
L’obiettivo è quello di tornare a giocare in Europa, che comporterà l’uso obbligato del turnover, possibilmente da protagonisti e questo significa sapere cosa si ha davvero a disposizione, cosa che il tecnico con garbo ha cercato di spiegare a chi gli chiedeva perché un cambiamento così radicale.
Un’ultima osservazione ed una considerazione.
L’osservazione: la prova contraria non ci sarà mai ma senza gli errori madornali commessi durante la gara, soprattutto in alcune zone del campo, il Napoli si sarebbe potuto giocare meglio le sue chances di qualificazione ai quarti pur avendo schierato una squadra completamente diversa da quella che gioca in campionato.
La considerazione: si spera vivamente che la maglia utilizzata ieri sera venga immediatamente abbandonata visto che è stata indossata solo per due volte in altrettante sconfitte e che il suo colore non ha niente a che vedere con i colori sociali del Napoli.