È stata la trope dell’anno la relazione che può nascere tra una donna adulta e un uomo giovane, che si sviluppa al seguito del movimento per l’empowerment femminile, cambiando così i canoni patriarcali secondo cui la donna è unicamente rappresentata come eyecandy per lo sguardo maschile e in uno stato di sottomissione rispetto all’uomo.
La miniserie “Inganno” capovolge quindi i soliti ruoli, mostrando una donna adulta di sessant’anni che, nonostante la diffidenza dei familiari, si innamora di un uomo con la metà dei suoi anni, che a sua volta ricambia il sentimento.
La Costiera Amalfitana è stata scelta come scenografia, infatti il regista Pappi Corsicato, napoletano, ha mostrato splendide inquadrature del territorio sin dalla prima scena della serie con una Napoli che continua a fare capolino nella storia anche con le note di Reginella nel secondo episodio.
Gabriella, interpretata da Monica Guerritore, dimostra come la donna non perda la sua avvenenza e il fascino con l’età, ma che anzi un uomo giovane può trovarla ugualmente desiderabile e innamorarsi di lei.
La serie mostra un approccio che cambia il preconcetto che sia solo l’uomo colui che resta a qualsiasi età piacente agli occhi dell’altro sesso, in una società in cui l’uomo può infatti “permettersi” di avere i capelli brizzolati senza poi perdere opportunità lavorative o sociali, a differenza invece della donna che deve continuare ad apparire giovane, fino anche ad arrivare a cancellare i segni dell’età con operazioni estetiche.
Il regista spiega al Corriere del Mezzogiorno in un’intervista come infatti la figura di un’attrice che non sia ricorsa alla chirurgia estetica incarni perfettamente l’idea di questo personaggio.
È interessante notare come la paura di invecchiare e il conseguente timore di non essere più affascinante la ritroviamo persino nella figlia 27enne di Gabriella, a dimostrazione che non sia realmente l’età o l’aspetto ciò che conta, bensì un senso di continua inadeguatezza e imperfezione dettato dalla società.