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La primavera di Procida

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Dopo il rinvio della cerimonia inaugurale, l’isola è pronta ad avviare il suo anno da Capitale Italiana della Cultura per diventare il simbolo della ripartenza turistica dell’intero Paese

Rinascita e ripartenza. Voglia di stare insieme, nel segno della cultura. La primavera di Procida è la primavera del Paese che si rimette in moto, dopo il lungo inverno della pandemia, e lo fa inaugurando l’anno speciale da Capitale Italiana della Cultura. Doveva partire tutto il 22 gennaio, un anno dopo la proclamazione da parte del Ministero della Cultura, e invece si è dovuto attendere inizio aprile.

Un’attesa che è stata essa stessa “evento”, sulla più piccola delle isole del golfo di Napoli, già assurta nella lunga e frizzante vigilia a simbolo dell’Italia cosiddetta minore, icona delle piccole isole d’Italia e dei borghi che ne sintetizzano la bellezza diffusa, come e più delle grandi città d’arte celebri in tutto il mondo. “La piccola isola che diventa Capitale – sottolinea il direttore di Procida 2022, Agostino Riitano – è il compimento di una profezia di cambiamento nel paradigma delle dinamiche culturali del Paese”.

E allora con la primavera la piccola isola diventa meta di un turismo alla ricerca di identità e rigenerazione, dopo i lockdown fisici e spirituali della complessa pagina pandemica. Un turismo lento e di ritorno: la lunga teoria di progetti culturali (quarantacinque) e di eventi (oltre trecento) non strizza l’occhio, infatti, a chi è vorace di nomi e performance (“Non sarà una Disneyland degli eventi”, ribadisce Riitano) ma, piuttosto, mostrerà l’efficacia di un percorso di co-creazione di cui gli isolani sono protagonisti e al quale i turisti (“Noi preferiamo chiamarli cittadini temporanei”, spiega il direttore di Procida 2022) sono invitati, purché arrivino in punta di piedi.

Questa è l’isola di Elsa Morante e del Postino, naturalmente, di Graziella e del Talento di Mr Ripley, l’isola crocevia di antichi traffici marittimi e l’isola dei colori pastello e della spettacolare architettura mediterranea. Ma questa si mostrerà soprattutto come l’isola delle nuove opportunità. Dove, come da fortunato tema della candidatura, la cultura non isola.

Si parte dunque con la cerimonia inaugurale, un evento articolato tra Napoli e Procida, otto ore di performance, parate e spettacoli che – con il coinvolgimento della popolazione – esalteranno le suggestioni dei miti del mare, toccando Marina Grande, Marina Corricella e, naturalmente, lo storico borgo di Terra Murata. Poi, il programma prende forma e consistenza: il suggerimento è quello di tenere d’occhio le pagine ufficiali dei social e il sito Internet (www.procida2022.com), ma anche di immaginare di scegliere l’isola in qualsiasi momento dell’anno, dalla primavera in poi, per vivere l’atmosfera della piccola Capitale in fermento.

A cominciare dai suoi riti e dalle sue tradizioni. Che sanno rinnovarsi, con un occhio alla sostenibilità: l’atteso ritorno della Processione dei Misteri, venerdì 15 aprile, si arricchisce così di un nuovo tassello, il rispetto per l’ambiente. Nato come un corteo penitenziale, il rito – che prevede la costruzione e la sfilata in processione di decine di Misteri, manufatti artistici ispirati ad episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, con il coinvolgimento di centinaia di maestranze locali – ospiterà quest’anno laboratori ispirati al riuso, al riciclo e al recupero in un’ottica di ecosostenibilità della tradizione. Da non perdere. Come da non perdere sono le grandi mostre che impreziosiscono il programma: a maggio parte SprigionARTI, una mostra di arte contemporanea con opere site-specific – tra gli altri – di Jan Fabre, Andrea Anastasio e Francesco Arena con la curatela di Vincenzo De Bellis e Agostino Riitano; da giugno a settembre è tempo de I Greci prima dei Greci, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei e con il Museo Civico di Procida, un percorso che esplora il ruolo centrale della cultura ellenica nello sviluppo socio-economico e culturale della Campania e dell’intero Meridione.

E ancora: con Oper(a)mare nei porticcioli di Marina Corricella e Chiaiolella vengono   rappresentate due opere liriche in forma di concerto con il Coro della Fondazione Teatro di San Carlo sotto la direzione di José Luis Basso, vi si potrà assistere anche dalle imbarcazioni dei pescatori e dai balconi delle case procidane.
Per gli amanti della letteratura da non perdere è Procida Racconta, il festival letterario ideato da Chiara Gamberale e dalla casa editrice Nutrimenti che porta a Procida sei scrittori nazionali e internazionali, ciascuno dei quali sceglie un cittadino al quale ispirarsi per scrivere un racconto inedito.

Le opere vengono poi lette in un suggestivo evento pubblico con il coinvolgimento diretto dei protagonisti.
La fotografia è protagonista del progetto Abitare metafisico di Mimmo Jodice, uno dei più grandi fotografi della contemporaneità, le cui opere – in un percorso diffuso tra le architetture dell’isola – raccontano l’identità di Procida, indagata dal maestro in uno straordinario percorso che attraversa epoche e trasformazioni. Passato e futuro, già. Perché Procida Capitale Italiana della Cultura è soprattutto una scommessa per il futuro.

Legacy è una delle parole chiave: l’eredità in grado di generare un anno del genere sul territorio, anche in termini di rigenerazione urbana, e sulla popolazione, in particolare sulle nuove generazioni che stanno scoprendo potenzialità sin qui inesplorate di un’isola tradizionalmente vocata alla marineria, certo meno “turistica” delle cugine Ischia e Capri. In questo senso la Regione Campania, che con il Comune di Procida compone la governance di Procida 2022, ha già programmato, per rendere realizzabile il progetto di Procida Capitale della Cultura 2022, lo stanziamento di 8.730.412,63 euro, cifra destinata allo sviluppo del programma culturale, alla realizzazione di interventi integrativi e complementari per la valorizzazione del patrimonio culturale campano e a opere infrastrutturali di rilievo, primo fra tutti il restauro e la riqualificazione di Palazzo d’Avalos.

«Per noi è un grande orgoglio essere Capitale Italiana della Cultura – sottolinea il sindaco, Dino Ambrosino – e sentiamo la responsabilità di rappresentare tutte le realtà che, analogamente alla nostra, hanno un patrimonio materiale e immateriale in grado di affascinare i visitatori. Procida lo farà con la semplicità di sempre, avendo generato processi di co-creazione con la sua cittadinanza, e lo farà costruendo una rete con i Campi Flegrei, con la vicina d’Ischia e con l’intera Campania». Del resto, il fermento di un anno così sorprendente è confermato dall’eco mediatica della piccola isola su cui hanno acceso i riflettori The New York Times, CNN, The Guardian e National Geographic, che ha scelto Procida come una delle 25 mete da visitare nel mondo nel 2022, l’unica in Italia. Un peccato non approfittarne, dunque, per chi ce l’ha a portata di mano.