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Lazio – Napoli 3-1 ai quarti ci va Baroni

La Lazio si impone per 3 a 1 dinanzi al pubblico amico. La tripletta di Noslin spinge i biancocelesti ai quarti di finale di Coppa Italia. Per il Napoli Conte sceglie un ampio turnover che non dà i suoi frutti e che costringe il Napoli all'eliminazione agli ottavi di finale per il quarto anno consecutivo. Male tutti o quasi, mancano le risposte che si cercavano dalle seconde linee. Delude in particolare Raspadori 

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Partita che mantiene tutte quelle che erano le aspettative che un big match come quello fra Lazio e Napoli prometteva. 
Si giocano gli ottavi di finale di Coppa Italia all’Olimpico di Roma. Finisce 3 a 1 per i padroni di casa. Tripletta di Noslin da un lato, gol di Simeone dall’altro. Ai quarti ci va la Lazio che affronterà la vincente fra Inter e Udinese.

Le pagelle del Napoli:

Caprile battuto tre volte stasera nonostante il rigore parato

Caprile 5.5: è vero para un calcio di rigore. Il quinto in carriera su 12 che ha dovuto fronteggiare in gare ufficiali fra Serie B, Coppa Italia e Serie A. Si fa parzialmente perdonare per l’ingenuità del fallo commesso su Pedro che ha causato il penalty. Subisce poi la tripletta di Noslin su cui può poco o nulla. 

Zerbin 4.5: prima da titolare quest’anno è costretto ad adattarsi ad un ruolo non suo visto l’ampio turnover di Conte e la contemporanea assenza di Mazzocchi che avrebbe potuto ricoprire quel ruolo.
Non gli riesce il ruolo del terzino a destra. Gli uomini di Baroni lo capiscono e attaccano praticamente per tutta la prima frazione di gara dal lato sinistro del campo. Zaccagni è una spina nel fianco costante e non riesce a tenere il suo passo. Dal ’72 Di Lorenzo s.v. si impegna in poco più di un quarto d’ora
Rafa Marín 5: tanto corteggiato e tanto voluto. Primo acquisto del Napoli era Conte. Eppure finora ha deluso le aspettative. Scuola Real e una stagione da protagonista in Liga nel Deportivo Alaves. Finora però resta un oggetto misterioso e nella gara di questa sera ci capisce poco o nulla. 
Juan Jesus 5: spesso in ritardo. Non tiene il passo nè di Noslin nè di Pedro. Tenta un disperato recupero sul gol del 3 a 1 ma ne viene fuori una goffa deviazione sulla terza marcatura di Noslin. AAA difensore cercasi per gennaio per il Napoli.
Spinazzola 5.5: il meno peggio della retroguardia partenopea. Vuoi perché la Lazio attacca poco da quel lato o vuoi perché quantomeno prova a dare una mano a Neres in fase offensiva. 
Folorunsho 5.5: corre e dà l’anima. Sbaglia poco e cerca di farsi trovare sempre pronto quando chiamato in causa ma fatica spesso a trovare la giusta posizione in campo. Dal 72′ McTominay s.v. si impegna ma gioca troppo poco per poterlo valutare. 
Gilmour 5: colpevole sul primo gol di Noslin. Non riesce a salire quanto basterebbe per mettere in offside l’attaccante laziale che invece tutto solo di testa nell’area piccola trafigge Caprile. Non riesce mai ad impostare il gioco come dovrebbe.

Neres il migliore nella brutta serata del Napoli

Neres 6.5: dribbling e velocità sono nel suo dna. Anche stasera lo dimostra. Parte da sinistra nella zona di campo solitamente occupata da Kvaratskhelia. È dai suoi piedi che nascono sempre i pericoli più importanti per la difesa biancoceleste. Vedasi gol di Simeone e non solo.

Raspadori in evidente difficoltà per l’intera gara

Raspadori 4: dovrebbe essere in grado di dare quella luce e quella qualità che un calciatore come lui, attaccante della nazionale italiana con la piena fiducia anche di Spalletti pur giocando poco con il Napoli, dovrebbe sempre garantire. Ma sembra aver smarrito voglia e lucidità.

Invece di rivendicare spazio in campo dovrebbe essere capace di sfruttare occasioni come queste per mettere in difficoltà l’allenatore. Perde Noslin sul vantaggio e regala un pallone alla Lazio per il gol del raddoppio. Sul terzo Zaccagni si libera facilmente di lui per il cross in mezzo e la conseguente tripletta di Noslin. Dal ’84 Lobotka s.v. entra in campo troppo tardi. 
Ngonge 5.5: cerca di darsi da fare ma viene chiuso il più delle volte e bene da Hysaj, schierato a sinistra da Baroni. Dal ’72 Politano s.v. pochi palloni toccati. 
Simeone 6: 9 gol in 16 gare contro la Lazio. Una delle squadre del papà Diego Pablo è la vittima preferita del Cholito. Ruba il tempo a Patric che era in vantaggio sul gol del pareggio in spaccata. Sfiora anche il gol del 2-2. Dal ’78 Lukaku s.v. subentra troppo tardi per cercare di poter dare una sterzata alla gara. 
All. Conte 4.5: l’obiettivo numero 1 del Napoli è senza dubbio il campionato, il ritorno in Champions League la priorità. Qualcosa in più ben venga. Questo non vuol dire però dover snobbare una competizione come la Coppa Italia ed un ottavo di finale guadagnato dopo aver dovuto disputare trentaduesimi e sedicesimi contro Modena e Palermo.
E sicuramente Conte non avrà pensato di snobbarla ma, seppur sia semplice dirlo a posteriori, cambiare undici undicesimi del suo solito scacchiere appare esagerato. E soprattutto senza coppe europee e con due sole competizioni da dover disputare. Giocatori adattati a ruoli non congeniali alle proprie caratteristiche, su tutti Zerbin, Folorunsho e Gilmour in un centrocampo a due e Raspadori, un pò trequartista un pò mezz’ala. 
Far giocare insieme 11 calciatori mai abituati a giocare assieme è difficile per chiunque. Figuriamoci per una squadra che ha si buoni panchinari ma che è stata costruita appunto per fronteggiare pochi impegni.
Gennaio arriva forse nel momento giusto per poter andare a prendere sul mercato due o tre rincalzi di livello perché la partita di stasera ha forse confermato che molte seconde linee non sono all’altezza. E forse questo era il reale obiettivo di Antonio Conte. Far capire che per puntare in alto c’è bisogno di altro.
Adesso con mente sgombra anche dalla Coppa Italia il Napoli ha l’obbligo di dimostrare nelle 24 partite che gli restano fino a fine stagione di poter lottare per qualcosa di veramente importante in campionato pur essendo sicuramente meno attrezzata di altre squadre.
Appuntamento a domenica alle 20.45 per il secondo round contro la Lazio di Baroni, stavolta da non poter in maniera più assoluta fallire.