Le seconde 10 panchine napoletane di Conte

Antonio Conte dà indicazioni da bordocampo

Conte ha ottenuto con il suo Napoli 22 punti in 10 partite, nelle seconde 10 panchine azzurre. 3 in meno rispetto alle prime 10 uscite stagionali in cui il Napoli di punti ne aveva raccolti 25. Ma gli avversari affrontati sono stati di valenza differente rispetto a quelli incontrati fino ad ottobre. 
Eppure il rendimento del Napoli è rimasto più o meno lo stesso. Se vogliamo dal punto di vista del gioco è anche cresciuto. 

Da Napoli-Atalanta a Napoli-Verona 

Il gol di Raspadori al Venezia

Di acqua sotto i ponti ne è passata. Il Napoli ha perso contro l’Atalanta incassando 3 gol in un match strano al Maradona. I nerazzurri erano forse nel momento migliore del proprio campionato e Gasperini ne ha approfittato prendendosi 3 punti fondamentali contro Conte. Napoli che non aveva neanche giocato una brutta gara, frutto di episodi e di un palo clamoroso di McTominay che avrebbe rimesso subito in careggiata i partenopei.

Quindi ancora una squadra nerazzurra. La settimana successiva il Napoli, ospite dell’Inter al Meazza, ha ben figurato andando in vantaggio con McTominay salvo poi essere ripresa da un gol di Calhanoglu che ha poi sbagliato un rigore che forse non c’era. 
Ecco quindi due vittorie di misura senza particolari patemi d’animo. 1-0 contro la nuova Roma di Ranieri con gol di Lukaku. 0-1 a Torino contro i granata con rete ancora dello scozzese McTominay. E poi sconfitta al Maradona contro la Lazio ancora di misura con gol in extremis di Isaksen.

Il Napoli esulta per la vittoria contro il Verona

 

Da quel momento solo vittorie. 5 consecutive e ultime 3 con altrettanti cleansheet. 1-3 a Udine, 1-2 a Genova, 1-0 contro il Venezia con gol di Raspadori al minuto ’80 dopo una partita sofferta, 0-3 a Firenze e quindi il 2-0 contro il Verona che avrebbe meritato un punteggio ancora più rotondo. 

Cosa è cambiato nel Napoli di Conte?

Il Napoli ha si preso 3 punti in meno rispetto alle prime 10 giornate ma ha anche iniziato a convincere di più sia da un punto di vista tecnico che tattico. 
La squadra si muove meglio, gioca meglio, cerca la profondità in maniera più continua e si basa sulle sponde di Lukaku, apparso nelle ultime uscite finalmente in condizione. 
La manovra azzurra è migliorata. Senza dubbio. La ricerca del cambio di marcia trova risposta nei piedi di un brasiliano. Senza voler fare nessun tipo di paragone fra Neres e Kvaratskhelia, oramai con le valigie pronte a sbarcare a Parigi, il funambolo brasiliano da quando gioca titolare pare aver dato quello sprint necessario al gioco del Napoli.

Neres il brasiliano del Napoli

 

 

Fantasia, qualità, velocità, cambi di passo, superiorità numerica, dribbling efficaci, appoggi e cross sempre precisi, assist ed anche gol. Neres è il prototipo di calciatore che Conte voleva e che Conte ha trovato. 

Con la qualità che il brasiliano sta riuscendo a dare alla manovra offensiva del Napoli è tutta la squadra che ne sta giovando.
Lukaku è molto più partecipe alla manovra rispetto al passato. Il centrocampo ha trovato in Anguissa un uomo capace anche di trovare il gol che sta unendo qualità alla solita quantità. McTominay è migliorato sensibilmente. Lobotka è il solito geometra che non sbaglia un pallone. 
E la difesa? Ha trovato una solidità importante. Tutto ciò che Conte vuole. La squadra è riuscita anche a sopperire alla forzata assenza di Buongiorno per infortunio. E lo ha fatto con Juan Jesus titolare. Tanto discusso, tanto criticato ma che con la nuova organizzazione di gioco del Napoli non sbaglia un colpo. 

Rrahmani e Di Lorenzo

 

Rrahmani è tornato quello formato scudetto. I terzini, dal capitano Di Lorenzo ad Olivera e Spinazzola sono registi aggiunti e sono costantemente nella metà campo avversaria. È lì dove la difesa non è stata impeccabile ci è riuscito Meret a metterci delle pezze dimostrando, a chi ancora pensa di doverlo obbligatoriamente metterlo in discussione per mancanza di personalità, a salvare la porta e i risultati del Napoli. 

A cosa punta questo Napoli?

Il ritorno in Europa. È sempre stato quello l’obiettivo principale del Napoli. Da inizio anno. Da quando Conte ha accettato di sposare la causa azzurra il presidente De Laurentiis è stato chiaro. Bisogna rientrare in Europa e se possibile facendolo dalla porta principale. 
Ad oggi il Napoli ci sta riuscendo benissimo. Sono più di 10 i punti di vantaggio sulla quinta in classifica.
Ma si può osare? Si può dare di più? Si può provare a vincere lo scudetto?
Se il Napoli dopo 20 giornate è lì, a fine campionato restano 18 gare, le uniche 18 per il Napoli vista la mancanza di Coppe e non per gli avversari che da qui alla fine saranno impegnati su più fronti, allora la risposta deve essere obbligatoriamente SI. 
Bisogna però restare con i piedi per terra senza fare voli pindarici. Il primo obiettivo è tornare in Champions League. Tutto quello che verrà in più sarà soltanto qualcosa di guadagnato. Vincere al primo colpo per Antonio Conte sarebbe un’impresa epica ed inaspettata ma la squadra adesso deve restare concentrata per il primissimo obiettivo.
Atalanta, Juventus, Roma, Udinese e Lazio nelle prossime cinque potranno dire tantissimo sulle ambizioni partenopee. Intanto la piazza sogna. Non è vietato farlo. 

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