Baroni e l’indimenticabile gol scudetto del 1990

Baroni alla Lazio alla sua prima panchina veramente importante

Marco Baroni e il Napoli. Una storia d’amore durata quattro anni. Ma certi nomi restano scolpiti per sempre nella mente di chi quel giorno del 1990 contro la Lazio era presente sugli spalti del San Paolo. Ed anche nel cuore di chi non c’era, di chi è nato successivamente e ha letto negli almanacchi o visto in videocassetta il gol decisivo di quel pomeriggio.

Quel gol scudetto di Baroni

Un’incornata di testa, al settimo minuto di gioco, forte e precisa nel sette dell’allora numero 6 azzurro su una punizione partita dalla trequarti, manco a dirlo, dai piedi fatati di Maradona.

Baroni, di professione difensore centrale. Alto e mingherlino, veniva dal Lecce dopo aver fallito in una grande squadra come la Roma. Quale migliore occasione di Napoli per mostrare il proprio valore?

Quattro anni fantastici ma il primo non si scorda mai. Una stagione da protagonista nel Napoli di Maradona e due gol. Uno contro il Bologna ed un altro, come detto, bellissimo contro Lazio mentre il Milan cadeva a Verona e che regalava il secondo scudetto della sua storia al Napoli.

Una carriera in campo fra alti e bassi

Baroni nasce a Firenze 61 anni fa. È proprio in viola che parte la sua carriera da calciatore prima di girare varie squadre come Monza, Padova ed Udinese. La grande occasione arriva a 23 anni quando la Roma lo acquista dopo l’ottima stagione disputata in A ad Udine. In giallorosso non riesce a ripetersi e scende nuovamente di categoria accettando la corte del Lecce.

Agli ordini di Carlo Mazzone sembra rinascere: pima la promozione in Serie A da titolare e poi l’anno successivo gol all’esordio contro il Napoli. A fine anno Ferlaino investe 2 miliardi di lire, più il cartellino di Antonio Carannante, per portarlo in azzurro.

La stagione è di quelle importanti. Al fianco di Maradona e compagni guadagna lo scudetto ed il suo gol contro la Lazio mette il sigillo sul tricolore. L’anno successivo sbaglia un calcio di rigore in Champions League contro lo Spartak Mosca, ma solo chi non si prende la responsabilità di calciarli non sbaglia.

Finiti i 4 anni in azzurro passa al Bologna, quindi al Poggibonsi in C2 e all’Ancona con Attilio Perotti in panchina. L’allenatore l’anno successivo passa al Verona e porta con sè anche Baroni che ne diventa protagonista indiscusso con la fascia di capitano al braccio e 7 gol in 34 partite che portano alla promozione in serie A. Trentacinquenne chiude la carriera al Rondinella in serie C2.

Marco Baroni allenatore specialista di promozioni

Proprio dalla squadra toscana del Rondinella nel giugno del 2000 parte la carriera da allenatore di Marco Baroni. L’anno successivo guida il Montevarchi prima di diventare a Verona il secondo di Alberto Malesani. Quindi Carrarese, da cui viene però esonerato e Sudtirol che conduce fino alla qualificazione playoff per la promozione in serie C1, salvo poi fallire l’impresa.

Ancora un esonero successivamente sulla panchina dell’Ancona lo porta su quella del Siena Primavera che conduce alla prima finale storica per il titolo di categoria poi persa in gara unica contro il Palermo. Esordisce in Serie A con la prima squadra salvo poi essere sostituito da Malesani. Torna in C alla guida dalla Cremonese ma anche qui le cose non vanno come vorrebbe.

Viene chiamato come tecnico della Juventus Primavera che in due anni porta alla vittoria del Torneo di Viareggio e della Coppa Italia di categoria. Poi esperienze alla Virtus Lanciano, al Pescara e al Novara che porta ai playoff di serie B.

Baroni festeggia con il gruppo la prima storica promozione in A del Benevento

È qui che la sua carriera in panchina inizia a sbocciare. Quel campionato con il Novara gli vale la chiamata del Benevento che era stato appena promosso per la prima volta in Serie B. Dopo il quinto posto raggiunto nella stagione 2016/2017 vince i playoff contro il Carpi portando per la prima storica volta il club sannita in Serie A. L’anno successivo in massima serie le cose vanno male, 9 sconfitte consecutive gli valgono l’esonero in luogo di Roberto De Zerbi.

Viene quindi chiamato in A dal Frosinone ma sia lì che poi alla Cremonese e alla Reggina le cose non vanno benissimo. Le svolte per una carriera che prende il volo si chiamano Lecce e Verona.

Marco Baroni ai tempi del Lecce

In giallorosso ottiene la promozione in Serie A al primo colpo con un primo posto ottenuto con la vittoria nell’ultimo turno contro il Pordenone. In A porta il club alla salvezza l’anno successivo ma a fine stagione non trova l’accordo per il rinnovo contrattuale.

Baroni lo scorso anno sulla panchina del Verona

Ci crede quindi il Verona e qui, con una minirivoluzione nel mercato di gennaio, ottiene un’insperata salvezza con il club scaligero lo scorso anno che gli vale l’attenzione di Lotito che gli consegna le chiavi della Lazio per quella che è la sua prima esperienza in una big del calcio italiano. In pochi mesi, grazie al suo lavoro in panchina e alla meticolosità con cui prepara le gare e alla gestione del gruppo ed in particolare dei giovani, in biancoceleste sembra già aver conquistato tutti, addetti ai lavori e tifosi. Primo in Europa League, a lottare con il gruppone di 6/7 squadre in testa alla classifica e con i quarti di Coppa Italia da disputare.

Napoli Lazio atto secondo

Marco Baroni torna al Maradona con la Lazio tre giorni dopo la vittoria in Coppa Italia contro il Napoli di Antonio Conte. Sarà quasi certamente una partita diversa rispetto al 3-1 dell’Olimpico in favore dei biancocelesti ma Baroni, che sarà accolto da applausi dal suo ex pubblico per aver regalato al Napoli quello scudetto del 1990, vuole giocarsi le sue carte per provare il colpaccio anche al Maradona.

Per farlo il mister toscano dovrebbe ritrovare Nuno Tavares e Dia, recuperati entrambi dagli infortuni e tornare a schierare in avanti Castellanos in luogo di Pedro. Sarà una partita complicata per i biancocelesti, attesi nel posticipo della quindicesima giornata domani sera dalla capolista di Conte che di sicuro tornerà a schierare la squadra dei titolarissimi dopo l’errore commesso in Coppa Italia di cambiare undici undicesimi in campo.

Spazio quindi al tridente Kvara-Politano-Lukaku, Lobotka torna a comandare il centrocampo partenopeo e la retroguardia sarà presidiata dai soliti Rrahmani e Buongiorno. Non sarà decisiva per le ambizioni Champions, e chissà forse qualcosa di più, di entrambe le squadre ma sicuramente sarà un crocevia fondamentale per la stagione di ambedue le compagini.

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