Adesso che Marotta ha risposto a Conte le cose sono davvero chiare e l’accenno dell’allenatore del Napoli alla dietrologia, al retro pensiero lo sono se possibile ancora di più.
Diversi anni fa il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis e l’attuale amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta ebbero un incontro per parlare dell’offerta che il presidente fece al manager invitandolo a venire a Napoli a lavorare con lui.
A dispetto del fatto che Marotta sia considerato, e sicuramente lo è, un capace dirigente chi ama il calcio dalla parte di Napoli tirò un sospiro di sollievo quando si seppe che l’offerta era stata rifiutata.
Il manager Marotta è un professionista valido mentre la persona presenta diversi punti di domanda.
Le dichiarazioni di Marotta
Le dichiarazioni di Marotta, rese a margine della consegna del Premio Nils Liedholm, sanno di acredine e di dietrologia a tutto tondo.
Dopo aver parlato proprio di Liedholm, in termini lusinghieri, accennando ad una vicenda personale con un ricordo risalente al 1969, quando Marotta aveva 12 anni, il manager dell’Inter è entrato nel merito di quanto accaduto domenica sera.
“Credo che con la tecnologia si migliori la situazione, gli errori diminuiscono – ha dichiarato Marotta –. Se mi devo riferire a quanto successo domenica e all’invocazione di Conte, persona intelligente e grande comunicatore che certamente avrà il suo obiettivo quando parla, devo dire che l’arbitro era ben vicino all’azione, quindi sicuramente il contatto fisico c’è stato, il piede è stato spostato e quindi secondo me era rigore. Se poi si deve dibattere su un utilizzo migliore del VAR in termini di protocollo questo fa parte di un dibattito costruttivo che deve essere fatto all’interno del sistema calcistico”.
Ecco il sistema calcistico.
L’ambiente che Marotta conosce benissimo come lo conosce sicuramente bene anche Conte. Ma cos’è il sistema calcistico? Chi lo ha voluto e poi creato? È qualcosa che può permettersi di stare sopra la realtà, che prescinde dalle cose che realmente accadono a vantaggio del blasone, del nome, della classica prosopopea presente indiscriminatamente in tutte le società di primo livello? È un sistema voluto per governare il mondo del calcio a modo proprio?
Tante le domande, poche nel tempo le risposte ragionevoli.
In fondo Marotta rispondendo alle domande che gli sono state rivolte ha detto la verità, è un po’ scivolato volutamente sulla classica buccia di banana, facendo finta da farlo, per portare di fatto acqua al suo mulino che non dovrebbe averne bisogno se si tratta di un opificio ben attrezzato con meccanismi più che fluidi.
È probabile che una delle ragioni per cui Marotta non accettò l’offerta del Napoli fosse proprio che la società partenopea non fa parte del sistema e che quindi non avrebbe avuto la possibilità di vincere, arricchirsi e poi pontificare dai pulpiti che il sistema gli hanno creato.
Ed è questa la ragione che lo ha spinto in un’altra domanda a rispondere così: “Credo che quello di domenica alla fine sia stato un episodio neanche determinante, sfortunatamente. Si può ragionare sulle metodologie del VAR e sugli accorgimenti migliorativi in quella che è una tecnologia a disposizione, ma la centralità dell’arbitro deve essere sempre prioritaria E ripeto, nella fattispecie per me si trattava di rigore”.

Andre Ranocchia, opinionista di Sport Mediaset
Il pensiero di Andrea Ranocchia
Sarebbe il caso di andare indietro nel tempo e richiamare l’attenzione di Marotta su alcune sue dichiarazioni dove la centralità dell’arbitro non era proprio in cima ai suoi pensieri.
In fondo senza dilungarci troppo al manager dell’Inter ha risposto domenica sera il calciatore Andrea Ranocchia, che ha militato ben 11 stagioni nell’Inter, quando ha detto che nessuno dice la verità in campo e fuori, che nessuno è pronto ad ammettere di aver fatto fallo o di aver messo fuori strada l’arbitro. Che invece al contrario tutti pensano a portare a casa il risultato senza preoccuparsi di cosa ne pensano gli altri.
Marotta ha anche risposto ad altre domande sulle quali ci si potrebbe soffermare per fare con lui un po’ di cabaret. Tornando ad Antonio Conte ed alla decisa esternazione di domenica sera, c’è da registrare anche l’intervento dell’ex arbitro Gianluca Rocchi, ieri infatti è intervenuto anche il designatore arbitrale che ha detto tutto e il contrario di tutto.

L’ex arbitro internazionale e oggi designatore Gianluca Rocchi
L’intervento di Gianluca Rocchi
“Prima di tutto dobbiamo fare noi meno errori, di sicuro. Dall’altra parte cerchiamo di essere più riflessivi. Serve rispetto. Chiedo di essere più riflessivi ed essere più tolleranti possibile perché se non porti rispetto il clima s’incendia. Non posso mica fare una conferenza ogni volta: se poi uno incappa in un errore chiaro, lo diciamo noi la sera che è un errore”.
L’uomo arbitro sbaglia, ha sempre sbagliato e continuerà a farlo. Ed è per questo che per mettere un punto fermo ad errori insopportabili è nato il Var. Oggi i reazionari del sistema calcio, quelli di cui fanno parte la maggior parte dei dirigenti e che De Laurentiis ebbe a chiamare parrucconi, sono in rivolta subdola e strisciante verso questo mezzo tecnologico che a loro detta snatura il calcio. Ecco che sono ricomparse frasi come: la centralità dell’arbitro; essere riflessivi e tolleranti; il calcio vero non è quello condizionato dal Var; era meglio prima quando il gioco non era interrotto e ci stavano gli errori che poi a fine stagione si compensavano.
Sono tutti concetti noti e amati dal sistema calcio di cui parla Marotta, quel sistema che gli ha consentito una scalata verso l’alto, verso mete importanti, compensi relativi, enorme credibilità e autorevolezza.
Antonio Conte ha tentato una spallata, decisa, ferma e soprattutto autorevole, mettendola a segno, oggi che lavora a Napoli, fuori dal sistema calcio.