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Napoli vs Lecce – Antonio Conte tra passato e presente

La conferenza stampa di Antonio Conte per presentare la gara di sabato 26 tra ricordi, scelte di formazione, valutazione a freddo dell’ultima partita e il dribbling a chi cerca di mettere pressione al suo Napoli

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Il Napoli prepara la delicata gara di sabato pomeriggio con il Lecce al Maradona e Antonio Conte parla in conferenza stampa proprio per dire la sua sul lavoro che sta svolgendo con lo staff e la squadra.

La gara è delicata proprio per quello che è successo al Lecce nella partita precedente. Uscire battuti in casa con un tennistico 6 a 0 dalla Fiorentina, anche se in inferiorità numerica, origina voglia di riscatto. Basta pensare alla gara di Champions di Bergamo con lAtalanta incapace di fare anche una sola rete ad un Celtic battuto solo venti giorni prima per 7 a 1 dal Borussia Dortmund.

La conferenza stampa

La prima domanda a cui Conte ha dovuto rispondere ha riguardato un possibile turnover. Il tecnico è sembrato sorpreso dalla domanda. Ha risposto che non ne vede la necessità a meno che non ci siano problemi fisici. Ed ha anche anticipato, magari anche per nascondersi, che potrebbe schierare la formazione che in questo periodo è sembrata quella tipo.

Conte si è poi soffermato sullo svolgimento della gara di Empoli precisando come non fosse stata preparata come visto sul campo soprattutto nel primo tempo ma ha richiamato gli astanti ad una considerazione che spesso viene superficialmente disattesa: in campo ci sono anche gli avversari.

A chi gli ha chiesto di parlare della contemporanea gara tra Inter e Juventus il tecnico ha dovuto ripetere per l’ennesima volta come non stia lì a pensare a quello che fanno le altre squadre. Ha invece rimarcato che la squadra deve andare alla ricerca di conquistare il maggior numero di punti a disposizione in ogni partita per poter ammortizzare i momenti difficili che si presenteranno. Per una squadra che si rispetti quello che conta è la continuità nel rendimento, la consapevolezza di scendere in campo senza calcoli ma pensando di dare il massimo per ricavare da ogni partita il risultato migliore.

Giampiero Boniperti ex amministratore delegato e presidente della Juventus

In sostanza la visione di Antonio Conte resta sempre quella. Si gioca per vincere, concetto che il salentino aveva sicuramente nel suo Dna sin da giovane calciatore ma che nel periodo d’oro passato da giocatore della Juventus ha sicuramente fortificato. I rapporti dei giocatori alla Juve con l’amministratore delegato e poi presidente Giampiero Boniperti saranno stati sempre improntati alla cordialità tipica dei piemontesi ma non sarà mai mancato il richiamo ad una delle più famose frasi del dirigente nato a Barengo vicino Novara, ottimo calciatore e amico della famiglia Agnelli, “Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta”.

L’incontro con la stampa di Antonio Conte si è chiuso con un richiamo alle sue origini salentine ed alla squadra, proprio il Lecce, che lo lanciò nel grande calcio.

L’allenatore non ha nascosto i propri sentimenti ma ha ribadito che la professionalità non può subire alcun condizionamento.

Un giovanissimo Antonio Conte con la maglia del Lecce

Lecce per lui rappresenta le proprie origini, le proprie speranze e aspirazioni che animano ogni giovane di 21 anni che viene chiamato da una squadra come la Juventus. C’è tutto nella vita di Antonio Conte: i campi polverosi, la maglia da titolare, il salto nella grande città del nord patria dell’automobile italiana, l’affermazione, le vittorie, la nazionale e poi il passaggio dal campo alla panchina. Gli alti sicuramente molto più numerosi di qualche momento d’incertezza. La consacrazione come uno dei tecnici più capaci del calcio italiano ed europeo.

La storia di Antonio Conte

Oggi Conte ha 55 anni ed ha scelto di accettare la scommessa di riportare il Napoli dopo un anno tremendo al livello che nel calcio attuale gli compete.

L’ha fatto perché crede nei propri mezzi, ha creduto e voluto che Aurelio De Laurentiis seguisse le sue indicazioni anche perché sapeva che la piazza l’avrebbe accettato a braccia aperte.

In conferenza stampa forse sarebbe bello poter chiedere ad Antonio Conte di parlare non della partita che verrà ma delle partite che sono state. Di come si costruisce una carriera fatta di successi ma anche condita da qualche momento di difficoltà. Delle scelte che vanno fatte per sapere dentro di sé che in qualunque momento ognuno di noi si trova laddove merita di essere.

Certo l’informazione vuole la sua parte. Il pubblico si aspetta che attraverso questo canale si sappia cosa sta accadendo, cosa si prevede, come sta quel giocatore, quale scelta il tecnico pensa di fare e perché.

In conclusione si sa che le notizie hanno il loro peso, la cosa importante sarebbe non cercare mai di interpretare le risposte formulando avventate e faziose ipotesi personali soprattutto quando appaiono così chiare.