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Napoli: uno sprint in 11 tappe

Una classifica corta, tre o quattro squadre a giocarsi il titolo nell’ultimo segmento del campionato. Un Lukaku pronto a realizzare le reti necessarie per vincere le prossime partite. Una stagione che si definirà grazie alla lucidità, alla concentrazione e alla determinazione

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Napoli, Inter a Atalanta hanno già giocato il proprio turno che stasera si completerà con la Juventus che allo Stadium riceverà il Verona.

Con una vittoria gli uomini di Motta accorcerebbero in modo significativo sulla vetta della classifica portandosi a meno sei dall’Inter e quindi a meno cinque dal Napoli e meno tre dall’Atalanta e va considerata anche la Lazio che è già a otto punti dalla vetta, a sette dal Napoli e a solo cinque punti dall’Atalanta dopo la vittoria ottenuta ieri sera contro il Milan.

Dopo mancheranno per tutti 11 giornate al termine del campionato.

Questa la sintesi della possibile situazione al vertice del campionato italiano dopo lo scontro al vertice tra Napoli e Inter.

Antonio Conte

Il tecnico azzurro Antonio Conte che contro l’Inter ha centrato i cambi nell’ultimo segmento di partita

Il lavoro di Conte e la partita di sabato sera 

L’eco della partita del Maradona non si è ancora spento.

Le sensazioni offerte dalla gara sono ancora vive: si parte con l’illusione nerazzurra del più quattro e con una direzione arbitrale di Doveri, che purtroppo spesso mostra incertezze nella direzione di gara contro il Napoli, che va classificata come almeno discutibile.

Poi arriva il girotondo delle sostituzioni con la messa in mostra dell’opulenza della panchina meneghina, resta vivido negli occhi dei veri appassionati il secondo tempo del Napoli, padrone assoluto del campo che ha agguantato il pareggio e sfiorato la vittoria.

L’Inter, per la cronaca, non ha tirato nello specchio della porta del Napoli se non in occasione della punizione di Dimarco, il portiere nerazzurro è stato il migliore in campo dei suoi mentre Meret, come si suol dire, non si è sporcato i guantoni.

Poi le interviste, i commenti, le opinioni hanno tentato di spiegare come fosse andata in campo.

Le parole di Antonio Conte hanno mostrato l’abituale lucidità del tecnico che guida il Napoli mentre quelle di Inzaghi sono state condite da un continuo piagnisteo; il tecnico interista come d’uso non si è comportato bene, le sue dichiarazioni fanno il paio con le sue scelte dalla panchina e va detto che Doveri avrebbe dovuto espellerlo.

La cronaca a freddo resta sostanzialmente questa.

Quali prospettive per il finale di stagione

Ma in ottica campionato cosa ha detto davvero la gara di sabato al Maradona? Quali scenari ha aperto? Quali prospettive per questo campionato lascia intravedere?

Come andrà a finire non è facile prevedere, il giochino fatto al club di Sky da Caressa, sempre più cabarettista come Pardo, è apparso ridicolo.

Le partite iniziano sempre dallo 0 a 0, non ci sono gare facili come dimostrano gli inciampi del Napoli a Verona e Como, nessun impegno va sottovalutato e non per scaramanzia ma perché è così.

Si tratta di applicare al calcio un sano realismo.

Il campionato italiano di quest’anno appare avvincente ma in sostanza il suo livello è abbastanza modesto, basta pensare alla figuraccia rimediata da Juventus, Milan e Atalanta in Champions.

Perché di figuraccia si è trattata.

Napoli Inter 1 a 1

La formazione inedita scelta da Conte per affrontare l’Inter

Non è verificabile ma è ragionevole pensare che se il Napoli avesse potuto contare su una rosa più confacente al gioco preferito dal suo allenatore oggi sarebbe primo, staccato, con alcuni punti di vantaggio come si potrebbe dire che l’Inter con un altro allenatore in panchina probabilmente avrebbe più punti.

Certo l’osservazione che si sente ripetere come una filastrocca nei salotti televisivi è sempre la stessa: il Napoli gioca solo il campionato.

Ma a tutti quelli che la pensano così si può rispondere mandandoli a rileggere le sostituzioni effettuate sabato sera al Maradona.

L’Inter ha mandato in campo: Pavard, Zielinski, Correa, de Vrij e Frattesi, il Napoli: Okafor, Billing, Ngonge e Olivera, ovvero due giocatori in prestito presi a gennaio per avere qualche alternativa, uno che doveva andare a giocare altrove e l’uruguaiano che rientrava da un infortunio.

Conte non ha neanche potuto effettuare il quinto cambio che pure avrebbe avuto a disposizione perché non aveva in panchina un giocatore utile in quel momento.

Nel contempo Inzaghi, il piangina, ha terminato la partita con in panchina ancora: Arnautovic, Asllani e Taremi, utilizzati rispettivamente in 9, 15 e 20 gare di campionato.

Il risultato della partita si diceva ha lasciato la situazione inalterata ma in casa azzurra potrebbe aver certificato alcune interessanti riflessioni.

Sarà questo il Napoli fino alla fine del campionato?
Buongiorno Thuram

Buongiorno che sembra tornato in forma ha contrastato efficacemente Thuram

Partiamo dalla difesa. È sembrata nuovamente quella delle tante gare senza reti al passivo, battuta solo su punizione dal migliore attacco della serie A.

La considerazione si accompagna anche all’appoggio dato alla manovra da parte dei difensori che si sono adattati totalmente alle richieste del loro allenatore.

Il centrocampo in versione inedita con due palleggiatori non ha mai sofferto quello avversario grazie anche alla ottima prestazione dello scozzese Gilmour e nella fase finale della gara gli inserimenti di Billing, diciamo alla McTominay, hanno lasciato intendere come il danese sia oggi da considerare definitivamente integrato nel gruppo creato da Conte.

Billy Gilmour

Convincente prestazione per lo scozzese Gilmour

L’attacco affidato ad un Lukaku a cui è mancato solo il gol ha martellato la difesa interista per tutta la gara impedendo con l’ausilio del centrocampo la costruzione del gioco nerazzurro.

Una nota di merito va data a Okafor che a dispetto di una condizione evidentemente imperfetta ha fatto tutto quello che ha potuto partecipando attivamente al gioco e creando i presupposti nell’azione che avrebbe potuto dare la vittoria al Napoli nel finale.

Il Napoli ora deve ritrovare la vittoria che manca da cinque gare e deve fare tesoro della partita giocata contro la capolista.

Okafor

Pochi minuti veloci e di qualità per lo svizzero Noah Okafor

Le parole di Antonio Conte a fine gara ci dicono che lo spogliatoio è sul pezzo, che le recenti difficoltà per le assenze degli infortunati non hanno inciso sul morale della squadra, e poi c’è il pubblico che è con la squadra comunque vada.

Nel finale di stagione che si presenta interessante conteranno la lucidità, la concentrazione e la determinazione.

Se la squadra saprà mantenere allo stesso livello della gara di sabato queste qualità nessun obiettivo è precluso soprattutto ora che il richiamo di preparazione sembra assorbito e ci si augura di svuotare quanto prima l’infermeria.