Dal 29 “Re Chicchinella” tratto da “Lo Cunto de li Cunti”

Una scena dello spettacolo (ph. di Masiar Pasquali)

Da martedì 29 ottobre fino a domenica 10 novembre andrà in scena al Teatro San Ferdinando di Napoli lo spettacolo conclusivo della trilogia ispirata a Lo Cunto de li Cunti: Re Chicchinella.

A dirigere lo spettacolo ci sarà Emma Dante, autrice dell’adattamento. Aveva già messo precedentemente in scena La Scortecata e Pupo di zucchero, entrambe rappresentazioni tratte dalle fiabe del novellista napoletano Giambattista Basile scritte all’interno de Lo Cunto de li Cunti nel 1634.

L’obiettivo di queste opere teatrali e dei brani a cui sono ispirate è l’analisi della complessità dell’animo umano, tramite la narrazione di stereotipi esagerati, di esseri umani guidati dalla fame di soldi, di potere, di amore, e della solitudine che attanaglia l’animo umano.

La storia di Re Chicchinella

La fiaba narra di un re che viene lentamente divorato dall’interno da una gallina magica, che consuma tutto ciò che il re mangia, deponendo così uova d’oro. Il re, stremato da questa situazione decide di lasciarsi morire di fame, ma si imbatte con il desiderio che la corte tramava per le uova d’oro di cui non vuole privarsi.

Re Chicchinella (ph. di Masiar Pasquali)

La rappresentazione durerà 60 minuti e vi prenderanno parte Angelica Bifano, Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Carmine Maringola, Davide Mazzella, Simone Mazzella, Annamaria Palomba, Samuel Salamone, Stephanie Taillandier, Marta Zollet. Gli elementi scenici e i costumi sono a cura di Emma Dante, mentre le luci sono opera di Cristian Zucaro.

«Re Chicchinella racconta la storia di un sovrano malato, solo e senza più speranze, circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo interesse, ricevere un uovo d’oro al giorno. – racconta Emma Dante – L’animale vive e si nutre dentro di lui, divorando lentamente le sue viscere, fino a quando il re non scopre che per il mondo lui e la gallina sono la stessa cosa. Dopo tredici giorni d’inedia, Re Carlo III d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, principe di Giugliano, conte d’Orleans, visconte d’Avignon e di Forcalquier, principe di Portici Bellavista, re d’Albania, principe di Valenzia e re titolare di Costantinopoli, entra nella sua nuova esistenza e, appollaiato sul trono, riceve il plauso di tutta la Corte.».

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