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Roberto Mancini, 25 milioni di buone ragioni

In Arabia decidono di esonerare Roberto Mancini ed in Italia si apre il pro e contro l’operato dell’ex ct. In realtà il tecnico rappresenta una piccolissima rivincita contro un mondo costruito attorno alle bugie

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L’avventura di Roberto Mancini in Arabia è giunta al capolinea.

La notizia e la scelta della federazione saudita era già nell’aria da un po’, ora il comunicato ufficializza una decisione che come conseguenza ha scatenato commenti che in alcuni casi sanno di acredine.

Roberto Mancini, che resta con Ferruccio Valcareggi l’unico ct della nazionale italiana capace di conquistare il titolo europeo, non ha mai goduto di un ambiente particolarmente favorevole a partire dai media.

Roberto Mancini e la sua nazionale campione d’Europa in Inghilterra

Sin da giocatore gli si rimproverava il suo carattere, le sue risposte, il suo modo di stare in campo che in alcune partite, poche per la verità, lo portava quasi ad autoescludersi dal gioco.

Eppure il suo talento era indiscutibile semmai varrebbe la pena ricordare come in quel periodo in Italia ci fosse da scegliere. Erano tempi di vacche grasse al confronto della situazione attuale.

Le parole di Vujadin Boskov

Mancini con il suo mentore Vujadin Boskov ai tempi della grande Sampdoria

Quando Vujadin Boskov parlando di Mancini ebbe a dire che il ragazzo era un campione che vedeva autostrade dove gli altri vedevano solo sentieri, molti affermarono che il tecnico lo faceva per la sua riconosciuta furbizia per motivare il ragazzo.

In realtà quel gran personaggio venuto dalla Serbia, meglio dall’ex Jugoslavia, sapeva bene quel che diceva, conosceva il carattere di Mancini, come conosceva tanto i pregi che i difetti e dal quel gran motivatore che era, riusciva a toccare le corde di tutti i suoi giocatori dal più talentuoso al più utile.

Mancini ha sempre avuto forse più detrattori che estimatori ma nella sua carriera ha dimostrato di avere qualità tecniche da fuoriclasse e quando ha deciso di diventare allenatore in buona sostanza non ha fallito.

Roberto Mancini e le sue panchine

Tre scudetti con l’Inter di Moratti conditi da due vittorie in Coppa Italia e tre in Supercoppa Italiana, una Coppa Italia alla Fiorentina e una alla Lazio. All’estero una Coppa d’Inghilterra con il Manchester City, una Premier League sempre con City, riportato al successo dopo 44 anni dall’ultimo titolo, e una Community Shield e poi una Coppa di Turchia con il Galatasaray.

A ciò va aggiunto, come anticipato, l’esperienza sulla panchina azzurra con la vittoria dell’Europeo in Inghilterra del 2020 (giocato nel 2021).

L’avventura saudita però non si è conclusa bene e molti, utilizzando la legge del contrappasso, rimproverano al tecnico iesino di aver abbandonato la nazionale italiana per rincorrere i petrodollari arabi.

Sarà andata così, ma forse Mancini avrebbe dovuto lasciare la nazionale dopo il naufragio della mancata qualificazione al mondiale 2022, sulla quale pesano certamente anche alcune sue scelte.

Roberto Mancini

Roberto Mancini con il presidente federale Gabriele Gravina

In verità da più parti si disse che voleva farlo e che il presidente Gravina per non dimettersi anche lui lo trattenne.

Appare per tutto questo ingiustificato il livore e l’aspra critica, che oggi gli si rivolge da più parti, basata soprattutto sulla quantità di danaro incassato dall’ex ct, più che sul fallimento del progetto tecnico intrapreso peraltro con una squadra decisamente mediocre.

La morale dovrebbe essere rivolta invece proprio agli arabi, responsabili di aver gonfiato a dismisura i contratti di alcuni tecnici e giocatori per alimentare un campionato che oggi viene trasmesso in Italia con risultati di ascolto che definire deludenti è un eufemismo.

Quando si comprenderà che da solo il vil denaro non è garanzia di successo? Quando si capirà che i contratti faraonici riservati a questi personaggi finiscono per distruggere la credibilità e smorzano la passione dei tifosi nel mondo? Quando si valuterà di adottare un calmiere figlio di un naturale gentlemen agreement per mostrare buonsenso?

E poi il mondo dorato arabo è solo una grande bugia. I signori dei petrodollari rappresentano una tra le più grandi mistificazione dei nostri tempi. Città megagalattiche opposte a povertà diffusa e condizioni di vita sociale in generale inaccettabili. Posizioni nello scacchiere politico mondiale da doppiogiochisti naturali, storici e consolidati. Sostenitori occulti e non del terrorismo mondiale e alimentatori dell’odio antisemitico che oramai serpeggia dappertutto e che in qualche modo legittima Israele a comportarsi come si comporta.

E ci sarebbero ancora tante altre cose da dire.

E noi in Italia invece cosa facciamo ci permettiamo di criticare la scelta di Mancini forse per invidia pensando a quel conto corrente con un saldo formato da tanti zeri. Facciamo una crociata contro un patrimonio del nostro calcio che benvoluto, simpatico o meno è stato un campione riconosciuto nel mondo calcistico a tutte le latitudini.

Personalmente mi fa piacere che abbia potuto e scelto di sottoscrivere un contratto vantaggioso e che anche se una parte infinitesimale di quei petrodollari siano tornati in Italia e mi auguro di rivedere Roberto Mancini al più presto di nuovo in panchina.