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Salvini bloccato dal TAR del Lazio

Il TAR ha fermato l’ordinanza di precettazione firmata dal Ministro dei Trasporti

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Venerdì scorso, dopo l’intervento del TAR del Lazio, si è tenuto anche nel settore dei trasporti lo sciopero generale di 24 ore indetto dai sindacati.

Nei giorni precedenti, dopo un tentativo infruttuoso di accordo con i sindacati per ridurne l’orario, il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva emesso una ordinanza di precettazione con cui riduceva l’agitazione nel settore dei trasporti a quattro ore.

La decisione del TAR

Il Tar del Lazio però, accogliendo la richiesta dell’Unione Sindacale di Base (USB), ha sospeso l’ordinanza di Salvini con queste motivazioni: “Considerato che l’invito formulato dalla Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali – quale Autorità Indipendente di settore – è stato accolto dalle sigle sindacali, con conseguente conformazione alle relative indicazioni e prescrizioni, e che tale Commissione non ha formulato al Ministero alcuna segnalazione o proposta con riferimento allo sciopero in questione, e che non c’è un imminente e fondato pericolo di pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente tutelati, o altri rischi per i cittadini, a parte i normali disagi che lo sciopero produce, si conclude che tenuto conto dell’imminenza della data dello sciopero, come proclamato, e l’irreversibilità del pregiudizio che deriverebbe dall’esecuzione della gravata ordinanza di precettazione, non altrimenti riparabile, con conseguente vanificazione della stessa tutela giurisdizionale, si sospende l’efficacia della precettazione di Salvini”.

TAR del Lazio

In sostanza, la precettazione è stata negata in quanto la Commissione di Garanzia (a differenza di quanto avvenuto in occasione del precedente sciopero dello scorso 29 novembre) non aveva effettuato alcun rilievo o segnalazione sullo sciopero del 13 dicembre, per il quale anzi le organizzazioni sindacali avevano accolto le indicazioni e le prescrizioni della stessa Commissione.

Le reazioni

Il commento dei sindacati ha espresso ovviamente grande soddisfazione. L’avvocato Arturo Salerni, del Centro di Iniziativa Giuridica Usb, ha dichiarato: “Questa ordinanza del Tar interviene riproponendo le stesse motivazioni della sentenza di marzo, che aveva dato torto a Salvini per la precettazione dell’anno scorso, e ciononostante è arriva dal ministero dei Trasporti una nuova precettazione che il Tar inquadra come ‘una interferenza del potere politico nel diritto di sciopero’. Il decreto conferma questo orientamento. Ci sembrano principi molto importanti che delineano e arginano una delimitazione del diritto di sciopero che abbiamo sempre registrato negli ultimi anni. E’ una pronuncia importante perché difendere il diritto di sciopero significa difendere la Costituzione”.

Di tutt’altro tenore la reazione del Ministro: Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio”.

Salvini e la questione scioperi

La questione è delicata, perché se è vero che gli scioperi creano disagio per i cittadini (che però dovrebbero in questo modo essere sensibilizzati sulle rivendicazioni di chi sciopera), è anche vero che rispondere sistematicamente con richieste di precettazione alle istanze dei lavoratori non sembra il modo migliore per risolvere problemi che, seppure a volte esasperati e strumentalizzati per motivi politici, sono reali e innegabili.

Matteo Salvini

Il Ministro Matteo Salvini

In questo senso vanno fatte un paio di riflessioni sull’approccio del Ministro Salvini alla questione scioperi, e sulla efficacia di questo approccio.

Innanzitutto, non è vero che con il Governo Meloni sia aumentato il numero degli scioperi, e dunque non è sostenibile che la motivazione delle agitazioni sia (solo) politica.

In base ai dati forniti dal centro studi della camera dei deputati, nel 2023 ci sono stati 1.129 scioperi. Con Paolo Gentiloni del PD (partito teoricamente più vicino ai sindacati) a Capo del Governo gli scioperi sono stati 1.616, quasi 500 in più del governo Meloni; con Matteo Renzi sono stati 1.488; con il Governo Conte II ce ne sono stati 894, ma con l’Italia a lungo chiusa per covid. Nel 2018 e nel 2019 ci sono stati rispettivamente 1.384 e 1.462 scioperi.

La stessa tendenza si è manifestata anche con riferimento al settore dei trasporti, di competenza attualmente di Salvini: nel 2016 ci sono state 250 agitazioni sindacali, nel 2017 sono state 318. Nel 2023 invece si contano 245 scioperi, allo stesso livello dei governi 1 e 2 di Conte.

In secondo luogo, con Matteo Salvini il ricorso alla precettazione, segnale che vorrebbe apparire di forza ma che spesso indica una minore capacità di dialogo con i lavoratori, è sicuramente maggiore rispetto ai precedenti titolari del ministero.

Sono stati sette gli scioperi precettati dal settembre 2023 ad oggi. Il primo il 29 settembre dell’anno scorso, poi il 17 e il 27 novembre, il 19 e il 20 maggio del 2024, fino alla mobilitazione generale dello scorso 29 novembre e a quella del 13 dicembre.

Tanto che qualche avversario politico ha appellato il titolare del ministero come “Ministro delle precettazioni” piuttosto che Ministro dei trasporti e delle infrastrutture.