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Terzo mandato: a De Luca il primo round

Il Consiglio Regionale approva la possibilità del terzo mandato consentendo a Vincenzo De Luca di ricandidarsi

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Il terzo mandato riceve il via libera dal Consiglio Regionale della Campania, che approva la nuova legge elettorale con 34 voti a favore, 16 contrari (centro destra, M5 stelle e la consigliera Muscarà del gruppo misto) e un astenuto (Fiola, consigliera PD).

I consiglieri di maggioranza dunque sostengono compatti (con la sola eccezione, come detto, di Bruna Fiola) la posizione di Vincenzo De Luca, ponendosi in netto contrasto con quella espressa dal partito nazionale per bocca della segretaria Elly Schlein e di altri autorevoli esponenti.

La posizione del PD

De Luca - Schlein

Faccia a faccia tra il Governatore della Campania e il Segretario nazionale del PD

La segretaria PD, intervistata nei giorni scorsi da Fabio Fazio nel corso della trasmissione “Che tempo che fa”, sul tema è stata infatti categorica: “Il PD ha una posizione chiarissima, siamo contrari al terzo mandato, la legge nazionale pone un limite di due mandati alle cariche monocratiche come quella del presidente della Regione …. Il PD crede che quel limite sia equilibrato. Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la posizione del PD che non sosterrà i presidenti uscenti per un terzo mandato. Questo vale per tutti …. Se qualcuno non è abituato è bene che si abitui al cambiamento. Io sono stata eletta per fare questo”.

Pier Luigi Bersani

L’ex segretario del PD Pier Luigi Bersani

Contrario al terzo mandato si è dichiarato anche l’ex segretario del PD Luigi Bersani, che qualche giorno fa intervenendo al programma “Otto e mezzo” su La7, pur esprimendo tutta la sua stima per Vincenzo De Luca (“una delle personalità più rilevanti e carismatiche della sinistra”) si è detto convinto che vada rispettato “Il principio di non prolungare troppo un potere concentrato in mano a una persona”.

La posizione del Governatore De Luca

De Luca però, incurante del preciso orientamento espresso dalla segreteria e dagli esponenti “nazionali” del suo partito, è andato dritto per la sua strada, forte del supporto della maggioranza dem in Consiglio Regionale.

“La segretaria del Pd – ha dichiarato De Luca in una recente diretta – ha detto che nessuno è indispensabile, nessuno è eterno. Noi a questa verità eravamo arrivati già da qualche decennio. Ecco, toccando ferro, siamo d’accordo su questo, ma è un’osservazione che rischia di essere un po’ banale, perché bisogna evitare di cadere poi nell’affermazione conseguente, e cioè che uno vale uno. Il problema non è chi è indispensabile e chi è eterno, il problema è decidere quello che è utile politicamente per un territorio o per una comunità. E nel decidere il destino dei territori il ruolo fondamentale è dei territori. Sui territori non possono decidere le logiche di partito, di corrente, di coalizione, ma decidono le situazioni concrete”. E poi (citando Aldo Moro) “Ci sono situazioni e responsabilità rispetto alle quali capita che qualcuno possa essere assolutamente necessario”. E ancora: “Non so più come dirlo. Io vado avanti a prescindere, mi ricandido. Chi ci sta ci sta. Chi non ci sta non ci sta”. 

Le reazioni al voto

Dopo il voto di ieri in Consiglio Regionale, De Luca (che scaramanticamente prima della votazione ha estratto di tasca un cornetto rosso) non si è espresso, mentre il PD attraverso il responsabile organizzazione della segreteria nazionale Igor Taruffi ha chiarito che “il voto espresso oggi non cambia in alcun modo la posizione del PD nazionale sul limite di due mandati per le cariche monocratiche. De Luca non sarà il candidato sostenuto dal PD alle prossime elezioni”.
Muro contro muro insomma (almeno per ora) con il rischio per il centrosinistra di presentarsi alle prossime regionali ancora più diviso e di “regalare” la Campania allo schieramento di centrodestra.

Centrodestra che già attacca con il viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli (possibile candidato alla presidenza della Campania per FdI), il quale ha dichiarato che la norma approvata dal Consiglio Regionale “non ha alcun fondamento giuridico” e che il governo è intenzionato a impugnarla. 

La questione giuridica

Da un punto di vista legale, alla luce delle vigenti normative chi è che ha ragione ?

Non è facile rispondere alla domanda trattandosi di una questione da trattare, come suol dirsi, “in punta di diritto”.

La legge nazionale 165/2004 prevede effettivamente la “non immediata rieleggibilità allo scadere del secondo mandato consecutivo del Presidente della Giunta regionale eletto a suffragio universale e diretto, sulla base della normativa regionale adottata in materia”.

Negli anni successivi però, sulla base di una interpretazione della giurisprudenza di merito secondo la quale il limite stabilito dalla legge 165/2004 non produce effetti finché non venga recepito dalla legislazione elettorale regionale, ci sono state diverse disapplicazioni della legge.

Nel 2010 sono stati nominati per il terzo mandato i Governatori della Lombardia (Formigoni) e dell’Emilia Romagna (Errani), e i ricorsi elettorali presentati a Milano e Bologna hanno avuto esito negativo confermando gli eletti.

Nel 2012 la regione Veneto ha adottato la legge elettorale regionale recependo il limite dei due mandati per il Presidente della regione, ma ha previsto che il termine per calcolare i mandati decorresse solo da quella data: in questo modo il Presidente uscente Zaia ha potuto azzerare il suo primo mandato ed essere rieletto sia nel 2015 che nel 2020.

Ed è proprio seguendo il modello della Regione Veneto che sembrerebbe volersi muovere il Governatore De Luca per sostenere le proprie posizioni.

Ma se all’epoca il Governo ha deciso di non impugnare la legge elettorale veneta per motivi legati evidentemente anche a equilibri e opportunità politiche, oggi per la Regione Campania ci sarebbero le stesse condizioni?

Si tratta in definitiva di una questione giuridica ma anche e soprattutto di

una questione politica, che la politica dovrà affrontare e risolvere.