UEFA: dal 2025 il nuovo fair play finanziario

Il FFP (financial fair play), progettato dalla UEFA già a partire dal 2010 e pienamente operativo a partire dalla stagione 2012/2013, è un sistema di controlli sulle società introdotto per contrastare la situazione di grave deficit in cui si trovava in quegli anni il calcio europeo: ben il 47% dei club europei aveva perdite superiori al 20% del fatturato, mentre l’ammontare complessivo del “rosso” delle 718 società delle prime divisioni europee arrivava a quasi 1,7 miliardi di euro.

La UEFA e l’evoluzione del FFP

Le norme sul fair play finanziario hanno avuto inizialmente un effetto positivo, nonostante i numerosi “aggiramenti” da parte di diversi club, e dopo pochi anni, già nel 2017 il risultato complessivo di tutti i club europei ha raggiunto il segno positivo, con un utile totale di circa 600 milioni.

Il requisito fondamentale introdotto dal FFP è stato il pareggio di bilancio, sebbene con una “deviazione accettabile” di 30 milioni di perdite in un triennio.

Successivamente, per colmare le lacune ancora presenti nel sistema (relative principalmente ai finti prestiti di calciatori, alle cessioni di calciatori tra società riconducibili alla stessa proprietà e alla mancanza di trasparenza sui rapporti con i procuratori), il regolamento sul FFP è stato modificato nel 2015 e poi nel 2018.

Il percorso verso la maggiore tutela economico/finanziaria del sistema calcistico europea si è però bruscamente interrotta con l’avvento della pandemia di covid, che ha determinato per il calcio continentale perdite complessive stimate tra gli 8 e i 10 miliardi di euro.

La conseguenza è stata l’inevitabile allentamento, nel periodo pandemico e immediatamente post-covid, del sistema di controlli del financial fair play.

Per cercare di recuperare la situazione, già dal 2023, di fronte al continuo aumento degli ingaggi (arrivati ad un totale complessivo di 18 miliardi), è stato reintrodotto il principio del contenimento della spesa per l’organico.

Il nuovo FFP della UEFA

Ora, o meglio a partire dal primo gennaio 2025, saranno introdotti ulteriori paletti

Innanzitutto nei 12 mesi dell’anno solare (non della stagione calcistica, in modo da comprendere nel calcolo dei costi anche i giocatori acquistati nel calciomercato estivo) le società partecipanti ai gironi delle tre Coppe Europee che hanno un totale dei costi superiore ai 30 milioni non potranno spendere in stipendi di giocatori e allenatori, ammortamenti dei cartellini (spalmabili massimo su cinque anni) e spese per i procuratori e gli intermediari più del 70% dei loro ricavi, incluse le plusvalenze da player trading.

In secondo luogo, saranno costantemente monitorate tutte le sponsorizzazioni, per evitare il fenomeno di quelle gonfiate da parte di aziende collegate alla proprietà del club. Per le sponsorizzazioni sospette, sarà effettuata una verifica della congruità del valore: la UEFA, e anche la società interessata, potranno rivolgersi a tale scopo ad una delle sei agenzie già selezionate per individuare il valore medio di mercato di quel tipo di sponsorizzazione.

Ancora, per arginare il fenomeno delle plusvalenze fasulle, in occasione di scambi sospetti di calciatori tra due club (quando ad esempio vengono scambiati nella medesima finestra di mercato con termini di pagamento uguali), i giocatori dovranno essere trasferiti in base al valore di bilancio e non potrà essere rilevata una plusvalenza. Questo a meno che non ci sia a favore di una delle due società un pagamento cash, che rappresenterà la plusvalenza contabile (ovviamente salvo la possibilità da parte delle società di dimostrare la correttezza dell’operazione contestata).

Il nuovo FFP prevede poi che tutti i club abbiano un patrimonio netto positivo; se negativo, dovranno migliorarlo almeno del 10% all’anno.

Ulteriori controlli saranno inoltre effettuati dall’UEFA su ogni club relativamente alla capacità di sostenibilità del debito.

Si distinguerà tra i debiti ”produttivi”, come ad esempio quelli per costruire o ristrutturare lo stadio, e quelli “cattivi”, derivanti da spese eccessive: i debiti per ingaggi, stipendi, tasse e contributi, e quelli contratti con gli altri club, dovranno essere pagati al massimo entro tre mesi.

La speranza ovviamente è, come sempre, che oltre alle norme siano effettivamente attivati anche i controlli, e che questi controlli siano effettuati senza fare sconti a nessuno, nemmeno ai club più “importanti” e con il maggior seguito di tifosi.

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