Home Cultura L’ultimo romanzo di Patrizia Rinaldi: ‘Il Corredo’

L’ultimo romanzo di Patrizia Rinaldi: ‘Il Corredo’

Ritorna sugli scaffali delle librerie la scrittrice Patrizia Rinaldi con ‘Il Corredo’(Piemme).

0 Commenti 118 visite

Il Corredo’ di Patrizia Rinaldi, oltre ad essere interessante per i suoi contenuti di testimonianza storica dell’evoluzione del costume partendo dall’istituzione della famiglia, lo è anche come testimonianza di un rapporto di stima, di collaborazione e di condivisione di un obiettivo culturale che supera ogni interesse di gloria personale: le parole che Patrizia Rinaldi e Maria Franco usano per parlare reciprocamente l’una dell’altra smentiscono vecchie e purtroppo radicate convinzioni legate ad una errata immagine femminile.

romanzo il corredoLa genesi de ‘Il Corredo’?

L’autrice ha dedicato il libro alla Professoressa Maria Franco, con la quale ha collaborato per ben dodici anni ai laboratori di lettura e scrittura da lei tenuti presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida, esperienza che definisce ‘grande ed indimenticabile occasione di crescita’. Maria Franco le fece leggere la sua tesi di dottorato (che non fu mai pubblicata), ‘Doti nuziali a Napoli nel Settecento’, frutto di uno studio approfondito fatto sui contratti matrimoniali ed altri documenti conservati rispettivamente all’ Archivio di Stato ed alla Biblioteca Nazionale di Napoli, influenzato anche dalla lotta al cambiamento portata avanti dal movimento femminista.

Questa lettura ha permesso a Patrizia Rinaldi di immaginare la trama del romanzo partendo da fatti realmente esistiti in quell’epoca così lontana. La Professoressa Franco lo ha presentato affermando:

-‘ho un motivo personale di particolare gratitudine per questo si nuovo romanzo … mi commuove profondamente che un mio vecchio lavoro ritrovi vita in un libro di narrativa che considero uno tra i migliori romanzi pubblicati in Italia negli ultimi anni, per inventiva, stile, lingua.’

La trama.

Il Corredo’ è un romanzo storico ricco di elementi fiabeschi. La storia è  ambientata in un feudo campano di fine XVIII sec. e dimostra la forza indomabile dell’amore capace di scardinare anche le gerarchie del potere, gettando nel caos un intero regno. In quel feudo viveva il marchese Saverio, capriccioso e ricco nobiluomo che provava a far di tutto pur di liberarsi da un morbo che aveva fatto impazzire quasi tutti i suoi avi. Durante un viaggio incontrò una fattucchiera che lo convinse che sarebbe potuto guarire circondandosi solo di donne vergini. Ecco perché le protagoniste sono due donne, una fattucchiera ed una misteriosa gitana, che si trovano a battagliare riuscendo ciascuna a mettere le mani nel corredo dell’altra per vincere. I corredi di entrambe sono conservati in bauli pieni di tesori ma anche di tanti segreti. Pure il linguaggio, ovviamente, è quello dell’epoca e contribuisce ad accompagnare il lettore in quel clima magico e tipicamente partenopeo.

Qualche domanda all’autrice

Patrizia Rinaldi è una scrittrice napoletana con all’attivo diverse pubblicazioni, che variano per genere e tematiche.

Il Corredo’ nasce fondamentalmente dalla sua esperienza a Nisida dove ha incontrato la professoressa Maria Franco. Qual è stato per lei l’arricchimento più grande che ne ha tratto sia dal punto di vista umano che culturale?

Maria Franco

La professoressa Maria Franco, docente presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida, mi ha fatto leggere la sua tesi di dottorato: un accurato lavoro che riporta atti notarili, documenti storici e molte altre informazioni sui corredi napoletani del Settecento. ‘Il Corredo’ nasce da quelle pagine, il resto è affidato all’immaginazione e allo studio della lingua.

Ha scritto molti libri dedicati ai bambini; qual è stato l’elemento motore di questa scelta?

Ho scritto molti romanzi per ragazzi. Credo che la mia voglia di raccontare a chi si muove negli anni teneri non appartenga a una variabile razionale, ma all’amore, semplicemente.

Nella relazione con il mondo infantile e quello adolescenziale (tra l’altro conosciuto in una realtà così difficile come quella dell’Istituto Penale Minorile di Nisida) trova degli elementi in comune che potremmo considerare propri e della natura umana e per tanto imprescindibili?

Naturalmente non ho conosciuto solo i ragazzi e le ragazze di Nisida. Ho insegnato e ho continuato a frequentare le scuole anche quando ho scelto di dedicarmi alla scrittura a tempo pieno, grazie a laboratori e a incontri. Il paesaggio umano, in genere tutto il paesaggio umano, ancora mi affascina. Gli anni che ho trascorso a Nisida sono stati fondamentali per la mia vita professionale e non solo, ma ho sempre scelto di non riportare le esperienze fatte nell’Istituto Penale se non nei testi scritti con i ragazzi e le ragazze di Nisida e curati, appunto, da Maria Franco. Sono pubblicazioni interne e funzionali all’Istituto.

Quali erano i sogni di Patrizia Rinaldi agli esordi nel mondo lavorativo e quali sono ancora quelli di oggi.

Scrivere dignitosamente. Non cedere alla tentazione di dover piacere per forza e a qualunque prezzo.

nisida il corredo

Carcere Minorile di Nisida

Ci racconta l’episodio che ha vissuto durante i dodici anni di collaborazione ai progetti di lettura e scrittura nell’istituto di Nisida e che le ha fatto capire che il ‘recupero’ dei giovani, in quanto possibile, è un dovere della società civile?

Credo che si debba capire prima di incontrare qualsiasi detenuto, soprattutto se minore, e credo si debba essere formati da personale altamente qualificato oltre che dal proprio percorso professionale. Non c’è stato momento a Nisida o alla Casa Circondariale Femminile di Pozzuoli che non me lo abbia ricordato.

Ha già in mente qualche progetto editoriale futuro?

Per ora penso a «il Corredo», pubblicato da Piemme, ha ancora pochi giorni: è necessario che mi dedichi al romanzo. E lo desidero pure.