Home Sport Verso Inter – Napoli di domenica 10

Verso Inter – Napoli di domenica 10

Nelle settimana che precede Inter - Napoli riflessioni sulle parole in libertà che affollano le nostre giornate da sportivi e amanti del calcio. Lookman, Leao, Lukaku e poi Paolo Maldini e Ibrahimovic quando il calcio è da neurodeliri

0 Commenti 70 visite

Giornata di presentazione in casa Napoli in vista di Inter – Napoli, nel pomeriggio Antonio Conte sarà in conferenza stampa a rispondere alle domande che gli verranno indirizzate.

È molto probabile che non si discosteranno dal solito cliché. Diciamo che la fantasia non appartiene da un po’ al mondo del calcio, che al contrario ne avrebbe sempre bisogno per ravvivare la passione di chi ama questo sport.

Lukaku e Conte

Romelu Lukaku parla con Antonio Conte a bordo campo

Di sicuro si parlerà della battuta d’arresto maturata contro l’Atalanta. Una partita che Conte avrà analizzato sino alla nausea.

Al di là del risultato finale sicuramente pesante c’è una fase di quel confronto che aveva fatto vedere un buon Napoli, qualcuno ha anche detto il miglior Napoli fin qui della stagione soprattutto per il gioco messo in mostra.

Ci si riferisce alla prima mezz’ora, rovinata solo dalla prima rete bergamasca nata da un rimpallo e quindi da definire molto occasionale ed episodica. Questa forse è la parola magica di tutta la questione: episodica.

Le partite di calcio vivono, si nutrono e vengono modificate dagli episodi.

Il fenomeno Atalanta 

Oggi non c’è salotto televisivo sportivo dove non si inneggi ad una grande Atalanta, squadra da scudetto.

Premesso che la squadra orobica era considerata in partenza, anzi prima della partenza della stagione, come una delle favorite e che tutti indistintamente la collocavano davanti e di molto al Napoli, lascia oggi interdetti ascoltare commenti ed opinioni che ne esaltano la consistenza.

Esaltazione che è anche aumentata dopo la vittoria in Champions League, maturata in trasferta sul campo dello Stoccarda, che sarebbe bene ricordare come occupi in questo momento l’ottava posizione in classifica nella Bundesliga a 10 punti dal Bayern Monaco.

Insomma quella che si ascolta, quello che si domanda è molto spesso fuffa.

D’accordo le trasmissioni televisive devono andare in onda, i giornali devono uscire dalle rotative, le radio devono essere ascoltate ma sentire troppo spesso ex giocatori, conduttori e giornalisti in generale affermare ogni settimana il contrario di quello che hanno detto la settimana precedente è inaccettabile.

Quando si fanno previsioni è lecito sbagliare. Quando per ragioni giornalistiche si stilano classifiche prima dell’inizio del campionato si possono prendere delle sonore cantonate. Quando si esalta una partita per la presunta bellezza, un giocatore per una prestazione, un allenatore per le sue scelte non è detto che quel momento si ripeta e duri per un’intera stagione.

Leao, Lookman e Lukaku

Rafa Leao

Un momento di Real Madrid – Milan con Leao in azione

L’esempio più chiaro di questo qualunquismo dettato dalla volontà di esaltare un momento lo può fornire il rendimento di un giocatore come Leao.

Sul portoghese se ne sono dette forse tutte quelle possibili. Abulico, fuori dal gioco, svogliato, fuoriclasse non applicato, lunatico, qualcuno ha anche parlato di tristezza, c’è chi ha detto che andava meglio con l’altro allenatore che comunque lo sostituiva e in alcuni casi lo alternava, quasi come se Paulo Fonseca non lo capisse o per alcuni non lo volesse capire.

Tutto questo fino alla partita di Madrid dove il buon Rafa è risorto dalle proprie ceneri.

Ademola Lookman

L’attaccante esploso da quando gioca per l’Atalanta

Oggi si parla molto di Ademola, nome esotico, Lookman un ventisettenne inglese naturalizzato nigeriano, patria dei suoi genitori, che dopo aver giocato nelle nazionali giovanili dell’Inghilterra ha deciso di scegliere la Nigeria.

Ha già girato parecchio il giovane che quest’anno in estate pareva destinato a tornare in Premier, possibilità che sembra si potrebbe ripresentare a gennaio.

In realtà si tratta di un buon calciatore, duttile, da poter utilizzare in varie posizioni nell’attacco ma che sicuramente preferisce la fascia sinistra quasi da mezzo sinistro.

Il gioco dell’Atalanta si addice a Lookman visto che nelle ultime due stagioni, escludendo quella in corso, ha messo a segno 32 reti in 78 partite. Reti che sono diventate 40 con le 8 realizzate in questa stagione arrivando a giocare in 91 partite con la maglia della squadra bergamasca.

Può a questo punto non significare nulla che nelle precedenti 149 gare, giocate in sette stagioni con Everton, Lipsia, Fulham e Leicester ne abbia messe a segno solo 30, ma non si trattava di un giovane inesperto visto che a Bergamo è arrivato che aveva già 25 anni.

Torniamo al concetto delle combinazioni favorevoli, dei momenti in cui tutto va bene, insomma degli episodi che pur ripetendosi non fanno qualità assoluta.

Certo qualcuno potrà obiettare che Lookman ha raggiunto a Bergamo la sua maturità calcistica, che Gasperini lo sa utilizzare meglio ed allora sarebbe giusto aspettare ancora un pochino anche Leao, lasciandolo in pace, visto che oggi ha 25 anni.

Romelu Lukaku

L’attaccante belga al centro di discussioni fuori luogo

Invece si preferisce disquisire sul rendimento di Romelu Lukaku. Sul suo stato di forma. Sull’apporto non sufficiente che starebbe dando alla squadra, sulle aspettative di Conte che il ragazzone belga starebbe deludendo.

Parliamo di un giocatore che in 645 partite in carriera ha messo a segno 305 reti senza considerare le 85 realizzate con la maglia della nazionale belga, che oggi ha 31 anni e che ha ancora molto da dare.

Dove è presente in questi discorsi l’equilibrio? Cosa si propongono di fare quelli che parlano in televisione e in radio e scrivono dappertutto? Forse solo un’ora di scadente show?

Ibrahimovic al posto di Paolo Maldini
Pçaolo Maldini

Paolo Maldini dal suo Milan campione d’Italia a disoccupato

Si è parlato solo di tre calciatori ma si potrebbe allargare il discorso a tanti altri, agli allenatori, ai dirigenti. A questo proposito restando in casa Milan sovviene la scelta fatta dalla proprietà di mandare via Paolo Maldini rimpiazzandolo con Ibrahimovic. Forse non bisogna meravigliarsi di nulla se anche a Milano hanno deciso di comportarsi in una maniera simile.

Aspettiamo di vedere le partite giocate, il calcio vero e poi facciamo a meno di ascoltare chi vuole parlare per sfoggiare conoscenze che non ha.