Il Napoli prepara la delicata gara di domenica alle 12.30 con l’Atalanta.
La squadra allenata da Gain Piero Gasperini arriverà domenica al Maradona forte di sette risultati utili consecutivi considerando anche i due ultimi impegni in Champions.
È una squadra in salute che sta recuperando anche alcuni infortunati e che ha una rosa ampia creata dalla società proprio per poter affrontare al meglio l’impegno europeo.
Conte contro Gasperini: un confronto tra due tecnici che si conoscono bene
Nel primo pomeriggio Antonio Conte ha tenuto l’abituale conferenza stampa di presentazione ricalcando nelle sue risposte la linea avviata sin dall’inizio della stagione.
Il Napoli assente nelle coppe europee
Il tecnico del Napoli ha ripetuto ancora una volta un concetto che sfugge ai più: “Come vi ripeto sempre, chi non gioca coppe come noi è avvantaggio forse perché si allena anche se in questo caso siamo alla terza partita in una settimana, ma poi è lontano dalla struttura della rosa delle squadre di Champions”.
L’osservazione di Antonio Conte nasce dal costante riferimento all’assenza del Napoli in questa stagione dalle Coppe europee.
È un vantaggio o uno svantaggio?
Si tratta di un dilemma fine a se stesso e l’allenatore del Napoli ha sempre risposto a questa domanda allo stesso modo. Una società di calcio impegnata in Champions struttura la propria rosa in funzione anche di quell’impegno.
Quest’estate l’Atalanta si è mossa molto sul mercato e tutti hanno parlato di una campagna di rafforzamento sontuosa, da grande squadra. Certo sono intervenuti alcuni infortuni che hanno condizionato il rendimento degli orobici ma in Champions in questo momento la squadra allenata da Gasperini in tre gare ha raccolto cinque punti con una vittoria e due pareggi, uno dei quali ottenuto all’Emirates Stadium contro i gunners di Arteta.
Questo senza contare che l’Atalanta ha concluso lo scorso campionato al quarto posto con sedici punti in più del Napoli.
Il concetto che ritorna è sempre quello: Antonio Conte ha iniziato un’opera di ricostruzione che non può definirsi compiuta in quattro mesi che poi sarebbero di fatto due se si considera che gli ultimi arrivi in rosa si sono concretizzati solo a fine agosto.
La preparazione di una gara
Ed è proprio per questo che l’allenamento del dopo Milan – Napoli è stato sin qui duro. Il tecnico ha risposto a chi gli chiedeva di come pensava di affrontare questa gara, in questo modo: “Noi ci stiamo allenando per domenica, con loro devi essere molto preparato, oggi ho rotto molto le scatole ai calciatori per fargli capire alcune situazioni. La partita non va solo giocata, va preparata, va fatto vedere cosa accadrà. Dire siamo questi, abbiamo i nostri concetti va bene, ma devono sapere cosa accadrà e se ti prepari prima trovi o dai già delle soluzioni. L’aspetto qualitativo può scombinare alcune situazioni, ma la preparazione in gare fisiche come queste, dove esiste grande pressione in ogni zona del campo, impone di preparare queste gare in maniera accurata e rompere tanto le scatole”.
Nessuna novità quindi, Conte la pensa da sempre così. Le sue squadre di solito mostrano quella capacità di adattarsi all’avversario senza snaturare le proprie qualità, il proprio gioco.
Per quanto riguarda la formazione. Come sempre, anche in questo caso, il tecnico non ha detto nulla di definitivo.
Ha parlato del recupero di Lobotka, il cui infortunio in nazionale non era poi così banale e ha dichiarato che in questi casi bisogna saper pazientare.
Ancora in campo da titolare contro l’Atalanta il giovane scozzese
Affrettare il rientro del centrocampista slovacco sarebbe pericoloso. Con molta probabilità Stanislav sarà disponibile per la gara del Meazza contro l’Inter mentre domenica toccherà ancora a Billy Gilmour partire da titolare.
A questo proposito Conte ha ribadito un altro suo cavallo di battaglia: “Su Gilmour non avevo dubbi, zero, ve l’ho sempre detto. Lui era un mio cruccio, meritava di giocare, poi guardavi Lobo in partita e faceva prestazioni eccezionali. Il valore di Billy lo conoscevo, sta facendo molto bene e siamo contenti di averlo perché è giovane e potrà stare tanti anni nel Napoli”.
Sarà Politano l’uomo in più?
Le sette fatiche di Matteo Politano
Interessante è stato l’intervento che l’allenatore del Napoli ha fatto parlando di Politano e della sua predisposizione al sacrificio che lo porta a giocare in un ruolo diverso da quello che gli è proprio: “Matteo è stato il primo a lanciarmi quest’idea, mi ha detto – mister, se c’è bisogno in alcune partite di abbassarmi perché attaccano i 5 canali mi abbasso io -. Lo sta facendo in maniera perfetta, ma l’ha fatto anche Ngonge in maniera perfetta col Lecce. Poi in attacco abbiamo bisogno di giocatori tecnici; ma in non possesso, contro squadre che attaccano i 5 canali, alcune cose sono sdoganate a livello tattico. C’è un’evoluzione, si attacca in un modo e si difende in un altro, io non chiedo a Matteo di abbassarsi se il terzino resta, perciò parlavo prima di fase difensiva che alla fine non la fanno in 4 ma tutti. Ngonge ha caratteristiche simili e se non si sacrifica uno degli esterni devi abbassare un centrocampista”.
In altre parole quello che conta è la duttilità, la flessibilità che ti consente di non concedere vantaggi all’avversario di turno.